lunedì 29 marzo 2010

Bats e la vittoria sul tumore

joel Avanti, Dottore. Vieni avanti, coraggio. Tocca a te. Vieni avanti e batti il calcio di rigore. Vediamo se riesci a portare il tuo Brasile in semifinale a questo Mundial '86, oppure se in semifinale ci andiamo noi francesi. E' il tiro decisivo, e adesso mi passano in mente gli altri. Mi passano in mente tutti gli incroci pericolosi che ho già attraversato.Un'oretta fa, Zico ha posato il piede sinistro nell'erba, un po' più avanti rispetto al destro. Ha fatto tre passetti di corsa e ha calciato. Mi sono sdraiato a sinistra perché sapevo che l'avrebbe tirato lì, Zico li tirava quasi tutti lì, e gliel'ho parato. Sono corsi tutti ad abbracciarmi, com'erano corsi ad abbracciarmi quattro anni fa, quando avevo raccontato a tutti che avevo un tumore. Un cancro ai testicoli. A 25 anni.


I medici erano stati cauti ma decisi. Ero già il portiere titolare dell'Auxerre, dopo esserlo stato al Sochaux. Dovevo fermarmi, dovevo lasciare il calcio e pensare a guarire. In ospedale mi assegnarono una curiosa terapia. Mi ordinarono di scrivere durante la cura che sarebbe seguita all'intervento chirurgico, e io obbedii al medico come se fosse stato un altro allenatore.

bats
Scrivevo poesie. Ho pubblicato due volumi. Uno dal titolo Solitude, da quelle poesie ho tirato fuori testi per delle canzoni, di cui una per bambini, si intitolava L'escargot. Mi hanno aiutato a guarire: era vero. Un anno dopo sono tornato in nazionale, ancora un anno ed ero campione d'Europa. Nella Francia del centrocampo delle meraviglie. Fernandez, Giresse, Tigana, Platini. I miei riccioli stavano in porta. Anche stasera, la sera di Francia-Brasile, quarti di finale del mondiale '86, i miei riccioli sono qui. Uno a uno al 90', tempi supplementari prima e calci di rigore poi. E per la seconda volta nel giro di un'ora, mi sono trovato di nuovo Zico faccia a faccia. Lui ha posato ancora il piede sinistro nell'erba più avanti rispetto al destro. Ha rifatto i soliti tre passetti di corsa e ha calciato. Stavolta mi sono sdraiato a destra, perché sapevo che il brasiliano non avrebbe potuto tirare di nuovo lì, a sinistra, dove calciava sempre e dove se l'era fatto parare poco prima. Mi sono sdraiato a destra e mi sono trovato l'aria fra le mani, perché Zico l'ha fatto, ha tirato di nuovo a sinistra. Allora adesso devo per forza pararne un altro, se voglio portare la Francia in semifinale. Adesso sul dischetto si presenta questo uomo alto, con la barba e un cognome da cantautore di bossa nova, Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, ma con un nome da filosofo, Socrates, e tutti lo chiamano così. Uno che nella sua squadra, il Corinthias, ha favorito una gestione democratica delle cose, in un Paese dove governano i militari, la dittatura, rifiutando l'autorità dell'allenatore: per tre anni i calciatori hanno deciso da soli cosa sia giusto fare. Penso che lui non farebbe come ho fatto io, forse Socrates non ascolterebbe neppure un medico. Del resto il dottore è lui. Viene da una famiglia benestante, si è laureato in medicina, anche se al camice ha preferito una maglia numero 8. Eccolo. Mette la palla sul dischetto e prende la rincorsa muovendosi perpendicolare alla palla. Fa una piccola fermata, com'è abitudine dei brasiliani imbrogliando un po'. Serve a far tuffare il portiere in anticipo, così che dopo ci sia la porta libera per segnare. Ma io non parto, stavolta non mi tuffo. Resto così, immobile, al centro della porta fino a quando il cantante di bossa nova col nome da filosofo non tira una sassata alla quale oppongo un braccio alzato. Pazienza, Dotour, te l'ho parata, mi spiace solo che sei un medico, in genere ai medici obbedisco. Il telecronista grida, urla che la Francia è sopravvissuta alla lotteria dei calci di rigore. Sopravvissuta, dice così. Io mi sono fatto una risata e sono tornato a farmi abbracciare da tutti. Come quattro anni fa.



(Come per l’intera serie, le parole liberamente attribuite a Joel Bats sono state ricostruite attraverso libri, interviste e altre fonti storiche, e sono tutte ispirate a fatti realmente accaduti)

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