venerdì 23 aprile 2010

Le morti di Lecco e le morti di Napoli

A Lecco sono parecchio risentiti per la storia dell'uomo suicida in strada tra la gente indifferente, anzi con la gente ferma al bar a prendere un caffé. Sul tema qui ci siamo già esercitati parecchio in passato. Dunque non la faccio lunga. Semmai meriterebbe un approfondimento l'idea che l'epifania di una morte sotto i nostri occhi debba imporre una sorta di convenuta sacralità collettiva, decisamente superiore a quella che viene richiesta/esercitata ogni giorno per tante vite ignorate o calpestate. Soprattutto in certe terre. La tendenza è che posso ignorare un rom che chiede aiuto o respingere i gommoni al largo delle coste italiane, ma non devo ignorare un cadavere che giace a cento metri da me.
Però oggi il vero episodio di Lecco - dall'eco inferiore a quelli di Napoli e fatevi voi un'idea del perché - pare un altro. Oggi la vera preoccupazione di Lecco, sindaco in testa, non è quella di sembrare indifferenti e basta. La preoccupazione è che in giro si facciano paragoni. Come si coglie fra le righe del piccolo articolo uscito sul Corriere della sera.
Lecco come Napoli, l'indifferenza e il cinismo che non si spengono davanti alla morte, un'immagine come quella dell'uomo morto in spiaggia con la gente che prende il sole accanto. Ma qui non è successo niente di tutto questo.
Divertente pure il fatto che in quest'altro post in cui si parla di scena agghiacciante, di gente che continuava a mangiare, addirittura si sottolinea che un uomo si è avvicinato al cadavere con un panino in mano; in questo post se passate però il mouse sulle parole gazebo e tavolino, compaiono un po' di annunci pubblicitari.

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Dialogo tra un ottantacento e un non so
Dialogo tra un ottantacento e un non so/2

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