sabato 17 ottobre 2009

La satira siamo noi

Il fatto che lo show di Checco Zalone sia stato trasmesso su Canale 5, come piace sottolineare al Corriere (c'è un errore: Zalone non è un neomelodico napoletano), a Camillo-Rocca, e come ieri ha ripetuto in tv Piroso davanti al vicedirettore di Libero, non c'entra proprio niente con la capacità di Berlusconi di accettare il dissenso e le critiche.
Tanto per cominciare lo show non era in diretta. Significa che a Canale 5, legittimamente, lo hanno guardato prima e hanno potuto decidere cosa fare. Hanno scelto di controllare in anticipo cosa sarebbe andato in onda. Se alla fine hanno deciso di mandarlo in onda, un motivo ci sarà.
Il motivo non è l'audience né lo share (3 milioni di spettatori, 14.7%: un mezzo flop in prima serata). Dunque il punto non sono gli sponsor e la pubblicità. C'entrano invece proprio i nostri giudizi su Berlusconi, sul dissenso e sulla libertà di stampa. Nel senso che se Zalone canta la canzone della D'Addario alla tv di Berlusconi, allora possiamo proprio convincerci che - avete visto? - non esiste censura, anzi, ci fanno persino la satira.

Scherzarci su, del resto, è proprio la strategia scelta da Berlusconi. Che va in giro e non nasconde il tema, anzi, lo enfatizza, fa battute.
Più ne parla, più ne ride, più sgonfia. Come ieri a L'Aquila. La foto, le corna, e chi mi tocca il sedere.

Scrive Guia Soncini su Gioia:

Fosse stato trasmesso da Rai3, saremmo state sommerse di dichiarazioni indignate di sottosegretari; siccome era Canale5, un riposante silenzio.

Magari fosse riposante silenzio. Dicono: visto? ma quale censura?

1 commento:

elena petulia ha detto...

L'ho pensato anch'io, prima di leggerti. E poi, leggendoti, ho pensato anche che Guia Soncini scrive troppo e da per tutto, come diceva mio suocero.