martedì 20 ottobre 2009
Il leghista Cota e Renato Zero
Chi avesse anche solo intravisto ieri sera Portapporta (scritto così per eludere i motori di ricerca), avrà notato che nel firmamento telepolitico è stato lanciato Roberto Cota, capogruppo alla Camera della Lega, faccia da agente di commercio di Montebelluna, diciamo un rappresentante di birre che gira per discount, alberghi e centri commerciali (nel senso che somiglia al mio vicino d'ombrellone di quest'estate). Ma la faccia inganna. In realtà è un apprezzato penalista, un giornalista, e non è di Montebelluna. E' di Novara. Ed è l'uomo che Berlusconi vorrebbe candidare alla presidenza della Regione Piemonte. Perciò si capisce il telelancio.
Chi avesse anche solo intravisto ieri sera Cota a Porta a Porta (scritto così per farsi rintracciare dai motori di ricerca), s'è fatto un'idea delle sue posizioni su islam e immigrazione. Nulla che non fosse prevedibile in partenza. Ma su una cosa in particolare insisteva Cota, fissandomi in hd dallo schermo. Su quella faceva leva per sottrarre me e il telecomando dal virare verso Mezzanotte nel giardino del bene e del male, opera del più grande intellettuale della destra mondiale. Insisteva sull'identità. La nostra identità. La difesa della nostra identità. E mi guardava, mi guardava, mi guardava.
La nostra identità.
Io ho pensato a Renato Zero (mi vendo / un'altra identità) e m'è venuto un dubbio.
Ho aperto il dizionario.
identità
[i-den-ti-tà]
s.f. inv.
1 Uguaglianza assoluta: i. di un oggetto con un altro; dimostrare l'i. di due concetti, di due fenomeni; i. di vedute
E ho avuto la conferma. Cota, ma la nostra di chi?
Vecchie cose dette sulla Lega
E magari l'inno è di Peppino di Capri
Ehi, attenti, la Lega non ha vinto
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4 commenti:
In effetti. Già è inquietante la foto. Mi scusi signor Cota, la smetta di fissarmi così, mi mette in imbarazzo.
E' il ritratto della partita Iva
è minacciosa..
saluti
m.ang
La cosa più inquietante della puntata è stato il tentativo di trovare un punto di incontro fra i sostenitori dell'ora di islam e gli oppositori. Tentativo che pareva a un certo punto riuscito: "Introduciamo l'ora di religioni", hanno detto, un'ora in cui non si fa dottrina ma si parla di storia delle religioni. Così, una volta trovata una parvenza d'accordo, subito dopo hanno iniziato a litigare sul 728, il 1411, cause, date e interpretazioni storiografiche di Crociate, invasione della Spagna e Costantinopoli.
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