sabato 9 maggio 2009

L'ascesa dei Cesaro in un libro dimenticato

Il palazzo del Comune di Sant'Antimo
LICENZE edilizie contestate. La gestione degli impianti sportivi. La gara per la costruzione della rete del gas. In un libro dimenticato c'è l'ascesa economica e politica di Luigi Cesaro e famiglia a Sant'Antimo. Mattone, appalti e voti. Li racconta Arcangelo Cappuccio in "Politica e società in un Comune dell' area napoletana" (Dante & Descartes, 207 pagg., 15 euro, 2001), con prefazione di Francesco Barbagallo. Cappuccio fu rivale di Cesaro, poi sindaco, nel '97 firmatario di un esposto con cui segnalava «pressioni di natura politica o di altro tipo» su candidati alla vigilia delle amministrative. Elezioni importanti, scriveva, «per la rilevanza di alcuni aspetti amministrativi che entreranno a regime». Piano regolatore, la rete del gas, gli impianti sportivi.


Sant'Antimo. Cappuccio racconta di affarismo politico come metodo. Scrive: una bancarotta della legalità. Ricorda certe accuse di «potere parallelo» respinte nel '90 come "insinuazioni". E Gigino? Un politico «forte del peso esercitato dalla sua famiglia sulla società santantimese, irrobustitosi nella decennale pratica di gestione nel comitato Usl 24 di Frattamaggiore, assolto negli anni '80 da un'accusa di correità lanciatagli da un pentito di camorra». Il libro ricostruisce l'approdo a Forza Italia dal Psi, definito partito veicolo principale dell'affermazione di «un nucleo di interessi di varia natura e dimensione»; un Psi «referente per il ciclo edilizio e per il sistema degli appalti pubblici. Il maggiore protagonista di questa tendenza è l'imprenditore edile Francesco Cesaro insieme ai suoi figli». Con un fitto corredo di atti, Cappuccio descrive dinamiche di controllo del voto a Sant'Antimo, parlando di «espansione della crime company locale» e di «una certa indulgenza, se non addirittura comprensione verso l'humus camorristico» da parte della politica ufficiale. Pochi anni dopo il libro, Cappuccio è stato assessore nella giunta di Cesaro sindaco.

(Repubblica Napoli, 8 maggio 2009)

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