martedì 20 maggio 2014

Processo a Maradona e alla mano de dios

manodedios La mano de dios, ci risiamo. Qualche giorno fa, al festival del diritto e della letteratura di Palmi, quel gesto e il suo autore sono stati messi sotto processo, 28 anni dopo. L'accusa: il giornalista Flavio Tranquillo. La difesa: l'avvocato Claudio Botti. Il giudice: il giudice Antonio Salvati. E' andata così.
Flavio Tranquillo ha chiesto la condanna di Maradona per due motivi. Il primo basato sul rilievo per cui se ci sono delle regole, vanno rispettate. E con convinzione, ha sottolineato, citando la lezione di Paolo Borsellino. Un principio da applicare all'interno e all’esterno di un campo di calcio. Il secondo motivo è a suo dire romantico: Maradona va condannato anche per aver fatto ricorso all’inganno, lui che era genio nell’arte del calcio, perché dell'inganno non avrebbe avuto bisogno. Si direbbe un'aggravante.




Il secondo gol realizzato, pochi minuti do dopo, quello in cui Diego scarta mezza Inghilterra e arriva in porta, dimostra con evidenza quanto poco Maradona avesse bisogno di espedienti per far vincere la sua Argentina.



Secondo Tranquillo, proprio l'accostamento fra il sublime e il geniale allo scorretto e al meschino costituirebbe la principale offesa. Per questi motivi ha chiesto la condanna dell’imputato per il reato di corruzione delle giovani generazioni. Claudio Botti, avvocato napoletano, tra i fondatori anni fa del "Te Diegum", ha fatto precedere il suo intervento da una premessa riferita al contesto storico e sociale in cui si è verificato il fatto. Una cornice nota: la guerra delle Falkland/Malvinas si era conclusa 4 anni prima, per cui Maradona - secondo Botti - sentiva su di sé l’imperativo morale di dare la vittoria al proprio Paese e il riscatto dalla sconfitta militare. Un secondo aspetto a difesa dell’imputato è costituito dalla sua capacità di regalare gioia ai più umili, in nome di un amore che lo accompagna in tutto il mondo, come testimonia il film di Kusturica nella scena dedicata alla Iglesia maradoniana.



La difesa di Botti ha evidenziato come non ci sia spazio nei tribunali per condanne di tipo etico. Inoltre, va detto, Maradona ha fatto ciò che la sua gente e la sua nazionale si aspettava da lui. (Claudio Botti ne ha scritto per il sito Il Napolista) Tra citazioni di Soriano e Borges, il giudice Antonio Salvati ha considerato moralmente censurabile la mano de diòs del 1986 per la pericolosa assenza di freni inibitori nell'accusato e per il rapporto individualistico tra Maradona e la norma. Escludendo altre ipotesi di reato, il tribunale del festival di Palmi ha concluso per l’astratta sussistenza del delitto di cui all’articolo 415 del codice penale (l'istigazione a disobbedire alle leggi). Ma essendo prescritto il reato, nessuna sanzione è adottabile. Il giudice Salvati ha però disposto una sanzione culturale, condannando Diego Armando Maradona a leggere per 365 giorni di fila, una volta al giorno, sempre alla stessa ora, l'Apologo sull'onestà di Italo Calvino. Tanto alla fine ognuno resta della sua idea.

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