domenica 25 maggio 2014

N'Kono, il leone indomabile

nkono Appoggiai male un piede mentre arretravo e scivolai. Posso ripeterlo un altro milione di volte. In eterno. Non presi soldi dagli italiani. Sul colpo di testa di Graziani, semplicemente, scivolai.
Noi, i Leoni Indomabili. Eliminati, ma eroi. Chiudemmo il Mundial di Spagna da imbattuti. Non lo avrebbe immaginato nessuno. Eppure tutti si chiesero perché non provammo a battere l’Italia per eliminarla, perché ci accontentammo del pareggio dopo averlo raggiunto. Ci mancò la freschezza che avevamo avuto contro la Polonia, questa è la verità. Se avessimo voluto sul serio truccare la partita, avremmo approfittato di altre mille occasioni.



 

Eravamo distratti, svuotati. Prima di giocare con l'Italia avevamo chiesto al ministro che ci accompagnava un premio maggiore per la qualificazione, rispose che il governo non poteva pagarci nemmeno la cifra pattuita. Si era sparsa però la voce che gli italiani avessero pagato il ct Vincent affinché non schierasse la migliore formazione possibile. Ma io ero in campo, e con me anche Milla, e anche Kunde. Ci accusarono di esserci venduti per un pareggio, in Italia quella storia fu un grandissimo casino. Sarebbero stati i soldi più facili della mia vita, ma giuro che nessuno ce li offrì. Di quanto si disse in seguito non mi è mai importato nulla perché so di aver guadagnato con il sudore quel po’ di denaro che ho avuto in carriera. E mi è bastato.

came   Ricordo certe interminabili passeggiate lungo le strade di Dizangué. Certe volte mio fratello Martin doveva prendermi sulle spalle, non ne potevo più di camminare sotto il sole mentre andavamo a vedere le partite di zio Botagne, il mio primo idolo. Idolo prima ancora di Pelé, voglio dire. Il calcio l’ho imparato con lui. Giocavo ala destra da ragazzino, ma un giorno i portieri si erano rotti tutti, perciò mi piazzai fra i pali per scherzo. Io con la mia calzamaglia nera. Mi chiamarono calamita. E' così che sono diventato N’Kono, il più grande portiere africano di sempre, il primo a giocare in Europa.   Eppure rischiai di perdermi subito. Al mio primo allenamento con la nazionale. Tornai a casa distrutto, era di lunedì. Tre giorni dopo, alla seduta successiva, non mi presentai. Mi pareva troppo faticoso. Ma quando il lunedì dopo tornai, l’allenatore mi rispedì a casa. Una bella lezione. Del resto era stato portiere anche lui, e non uno degli ultimi. Vladimir Beara, uno che Yashin aveva definito il migliore del mondo, l’uomo che chiamavano Ballerino. Da Beara ho imparato tutto, non solo la maniera corretta di uscire dai pali o come sistemare una barriera, anche il linguaggio del corpo, come trasmettere serenità ai compagni, come guardare negli occhi un centravanti avversario. E infatti. A quel famoso Mundial del 1982 di me il ct Vincent pensò che ero un mago. Disse che avevo un effetto ipnotico sulla squadra, in realtà ipnotizzai direttamente lui quella volta che uscii dall’area palleggiando, con la testa e con i piedi: arrivai a metà campo e il pallone non era ancora caduto per terra. Per questo Vincent mi chiese in regalo la calzamaglia, pensava che la mia magia fosse lì dentro. In Mali, a Bamako, la mia magia mi stava facendo finire in galera. Ero nello staff della nazionale quando volevano arrestarmi prima della semifinale di Coppa d’Africa contro la squadra di casa. I poliziotti mi avevano visto posare un oggetto in campo e non vollero sentire storie. L’accusa era chiara: magia nera. Arrivarono in dieci per mettermi le manette, davanti alle panchine si stava scatenando il finimondo, si rischiò l’incidente diplomatico. Il ct Schafer minacciò il ritiro se io non fossi stato rilasciato. E mentre la trattativa andava avanti, si rischiò la rissa. Quella semifinale poi la vinse il Camerun. Così come pure la finale contro il Senegal. Magia o no. Ma contro Graziani non riuscii a farci niente.

(Come per l’intera serie, le parole liberamente attribuite a Thomas N'Kono sono state ricostruite attraverso libri, interviste e altre fonti storiche, e sono tutte ispirate a fatti realmente accaduti)

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