giovedì 1 novembre 2007
L'immobilismo sulla città
Francesco Rosi unisce le mani come in preghiera e le solleva a mezz'aria. «Ma da quanto tempo diciamo queste cose?». Il lavoro che manca. L'istruzione per i ragazzi di Napoli. Il market della droga che li arruola. La città immobile. Il traffico. Queste cose. «E allora perché non si riesce mai a rendere concreto un progetto? Da che dipende? Da chi dipende?». Il regista de Le mani sulla città ora viene per capire la città a cui non si riesce a mettere mano. «Sono qui per ascoltare gli esperti, non per fare il grillo parlante», sorride accanto a suo fratello Massimo, ospite a Palazzo Reale degli Annali dell'Architettura e del focus sui progetti per Napoli Est, Napoli Ovest e centro storico, dove elogia il video anticonformista di Mario Franco: «Eccellente documentario».
domenica 14 ottobre 2007
Sandro l'americano
Sul registro elettorale di West Hartford, Connecticut, accanto al nome di Sandro De Franciscis c'è una lettera D. Sta per Democrats. «Finisco il liceo, e i miei mi regalano un viaggio in America, dove vivono i nonni. Una vacanza per capire cosa fare da grande. Vado in ospedale come portantino volontario e decido: Medicina». Sarà pediatra, ma il futuro vero è nella D con cui si va a censire nel registro delle primarie americane. «Lì bisogna dichiararsi». Il suo percorso dentro il partito più nuovo d'Italia è scritto sin dal '73 negli elenchi elettorali del partito più vecchio del mondo. Storia di un democratico prima degli altri.
domenica 7 ottobre 2007
Se Bush venisse al San Paolo
L'uomo che ha aperto il caso con un documento di 300 parole, si chiama Vincenzo Russo. E' lui ad aver messo nero su bianco la denuncia dei consiglieri comunali «compulsati dal personale aggressivo di controllo» allo stadio, mentre in tribuna autorità «onorano con la propria presenza gli eventi sportivi», e perciò chiedono «posti centrali, uniformemente e in prima fila». Un chirurgo odontoiatra, presidente dei medici sportivi napoletani e ispettore dell' antidoping, in aula dal '92 come dc, poi tra i Popolari, oggi Margherita e fra 8 giorni nel Pd. Passando per i cda di Città della Scienza e del Centro agroalimentare.
Consigliere Russo, come si spiega un ordine del giorno così?
«Il principio è giusto».
Quale principio?
«Poniamo che un giorno arrivi Bush in città e voglia vedere la partita del Napoli».
Consigliere Russo, come si spiega un ordine del giorno così?
«Il principio è giusto».
Quale principio?
«Poniamo che un giorno arrivi Bush in città e voglia vedere la partita del Napoli».
sabato 6 ottobre 2007
Se Napoli-Juve si gioca senza Renzullo
Li trattano male. Non li riconoscono. Li prendono in giro. Ogni partita la stessa storia. Uno magari non l'immagina, ma certo è una fatica entrare al San Paolo per un consigliere comunale. Trovano sempre un controllore che al varco gli chiede di vedere un documento. Proprio a loro, «ben conosciuti in tutti gli ambienti della città tranne che all'ingresso dello stadio». Insolenti, questi addetti. «Irriguardosi, irrispettosi e offensivi», anzi «di rudi maniere» sia nella identificazione che nelle maleducate richieste. Ingresso autorità? Tribuna d' onore? Altro che. Questa è la sofferenza domenicale degli uomini eletti dalla città, messa per iscritto e timbrata col numero 1632/E al protocollo del "Servizio segreteria consigli e commissioni" come ordine del giorno da presentare appena possibile in aula. Un calvario raccontato in 21 righe, e chiuso dalla richiesta di «modificare il contratto con la società Calcio Napoli affinché siano prioritariamente rispettati i rappresentanti dell' assemblea cittadina concessionaria dell' impianto, che onorano con la propria presenza gli eventi sportivi». Come si fa a giocare Napoli-Juve senza Claudio Renzullo?
venerdì 5 ottobre 2007
Le strade che portano al nulla
Uno svincolo finisce dritto dentro un benzinaio. Chiuso. E' cresciuta l'erba oltre un metro d'altezza, e ora sulla strada che doveva collegare l'hinterland a Secondigliano vanno a buttarci gli elettrodomestici usati. Come in via Lucania, tra Melito e Mugnano, dove la rampa verso Napoli ostruisce la carreggiata per l'accelerazione in uscita da un parco privato. Un'altra sbuca a ridosso di un'azienda vinicola locale. Ovviamente chiusa pure questa. Altrimenti ti porti via una bottiglia di bianco, e ti trovi dentro il cofano di un camion. Un quarto svincolo non l'hanno neppure completato. Si sono fermati prima. Quando hanno capito che non sarebbe stato mai aperto, perché è stato progettato e costruito sulla corsia di sorpasso.
lunedì 10 settembre 2007
Maddaloni, un geometra dentro un chimono
Un geometra dentro un chimono bianco, una cintura nera e con una medaglia d'oro al collo. Vive con 80 chili addosso e un milione di sogni dentro. Una di quelle persone a cui piace sorridere spesso, e le basta poco per riuscirci. «Quando vedo un ragazzino che ripete un movimento imparato da me, mi tremano le mani». Non significa essere uno che si accontenta. «Qualcuno mi ha messo in testa l'idea che nel mio quartiere sono diventato un esempio da seguire». Significa sapere quello che cerchi. «Cosa voglio ancora? Facile. Ridarei indietro i soldi vinti nella mia carriera pur di avere di nuovo 4 milioni e mezzo di persone davanti alla tv solo per me».
Etichette:
incontri,
judo,
napoletani,
olimpiadi,
scampia
giovedì 24 maggio 2007
Il partito di Berlusconi vota per l'uomo di Di Pietro
Il partito di Berlusconi vota per l'uomo di Di Pietro. Miracoli di Torre del Greco, dove le urne sono la tomba delle antipatie. Il candidato sindaco che conosce il segreto per seppellire ogni rancore si chiama Ciro Borriello. Trequartista nella Nazionale di calcio dei parlamentari. «Ho avuto i complimenti di Mazzola». Chirurgo plastico. «Sono un moderato che raccoglie i cocci». Pazienza se l'Italia dei valori sostiene il governo Prodi: a Torre i cocci intorno a lui sono di centrodestra. Pazienza se fra le liste che lo sostengono ci sono quelli che con Di Pietro litigano di più: Berlusconi, De Gregorio e Mastella. Gli mancano i socialisti, e gli davano il Nobel per la pace.
lunedì 7 maggio 2007
Lo chiamavano Peppiniello
Zucchero e farina, dopo undici anni spesi senza salire in barca. «Mio padre impastava solo a mano, ora abbiamo un macchinario di ultima generazione». Burro, vaniglia e undici anni senza gare con gli Abbagnale. «I clienti che passano di qui mi trovano al bancone col grembiule imbiancato e le mani sporche. Mi riconoscono. Chiedono. Vogliono sapere se sono proprio io...». è lui. è proprio lui. Quello che vinceva medaglie d' oro in giro per il mondo e che chiamavano Peppiniello. «Anche a casa. Peppiniello per tutti».
Giuseppe Di Capua dava la schiena ai fratelloni del canottaggio italiano. «Non mi sono mai sentito in ombra. Quando qualcuno citava gli Abbagnale, sapevo che dentro gli Abbagnale c'ero anch'io». Era il "con" del loro due. Era il ritmo. Col contacolpi tra le mani. Il timoniere. L'uomo che decide se è il momento giusto per accelerare o per controllare il vantaggio su quelli che inseguono, e con gli Abbagnale era quasi sempre così. L'ultima gara è del 5 maggio '96. Un otto. Ora Peppiniello impasta biscotti. «Poi si fanno lievitare e si mette tutto al forno per una ventina di minuti. Vendiamo solo al dettaglio». Una volta si compravano ai caselli dell'autostrada. Biscotti lunghi a forma di sigaro. Quelli di Castellammare.
Giuseppe Di Capua dava la schiena ai fratelloni del canottaggio italiano. «Non mi sono mai sentito in ombra. Quando qualcuno citava gli Abbagnale, sapevo che dentro gli Abbagnale c'ero anch'io». Era il "con" del loro due. Era il ritmo. Col contacolpi tra le mani. Il timoniere. L'uomo che decide se è il momento giusto per accelerare o per controllare il vantaggio su quelli che inseguono, e con gli Abbagnale era quasi sempre così. L'ultima gara è del 5 maggio '96. Un otto. Ora Peppiniello impasta biscotti. «Poi si fanno lievitare e si mette tutto al forno per una ventina di minuti. Vendiamo solo al dettaglio». Una volta si compravano ai caselli dell'autostrada. Biscotti lunghi a forma di sigaro. Quelli di Castellammare.
mercoledì 4 aprile 2007
Ingrao, indomabile rosso antico
Voleva la luna, ora vuole riunire la sinistra. Ora che ha 92 anni. "Non sono così vecchio di fronte a una scelta del genere". Pietro Ingrao ha una sala stracolma davanti agli occhi, il suo libro di memorie tra le mani e un'idea che si fa largo nella testa. Racconta quanta Napoli c'è stata nel suo cammino, ricorda i compagni di ieri, parla a quelli di oggi e di domani. Se all'appuntamento dell'hotel Ramada ci fosse pure Antonio Bassolino, sentirebbe dalla voce frusciante e ferma del suo maestro d'un tempo di non essere più considerato parte del progetto.
sabato 24 febbraio 2007
Torre del Greco, dal Migliore al Pd
I primi a votare per il futuro sono i compagni inchiodati al passato. E' a Torre del Greco che i Ds aprono i loro congressi di sezione per incamminarsi verso il Partito democratico. Dalla città in cui più sono fermi, dove non hanno un segretario da sei anni; l'assemblea che doveva eleggerne uno venne sospesa per dei ricorsi e non l'hanno mai più riaperta. Sono saldati alla storia pure nei simboli. La sezione sul corso porta ancora oggi il nome di Palmiro Togliatti. Terzo piano. Senza ascensore. C'è il busto del Migliore in una stanza. La bandiera che sporge dal balcone, non ha la rosa del socialismo europeo fra le radici della Quercia. C'è la falce e c'è un martello.
Etichette:
pd,
politica,
sinistra,
torre del greco,
viaggi
venerdì 16 febbraio 2007
Nel cuore della "Cosa" napoletana
Una scena del film "La cosa" |
mercoledì 14 febbraio 2007
Le casalinghe venditrici
Una è separata, un'altra quasi. Una ha il marito in cassa integrazione, un'altra non lo vede mai. E per uscire dalla sindrome delle "Desperate Housewives", le casalinghe risollevate di Napoli fatturano quasi 20 milioni di euro l'anno, vendendo sgrassatori e deodoranti, gel anti calcare e spray mangia polvere. Creme, spugne e detergenti. A domicilio. Parole chiave: sorridere, crederci, vincere. Sono le più brave d'Italia. Grazie a loro esiste una multinazionale che a Napoli mette insieme un quarto dei suoi profitti italiani annui, e che non sa cosa sia una sola pretesa della camorra su quei soldi. «E' la formula del Party Plan a metterci al riparo da un'insidia del genere. Giuro, mai avuto un problema», racconta Vincent Melice, amministratore delegato e direttore generale della Stanhome, società del gruppo Yves Rocher. Party Plan System significa più o meno che un po' di amiche si incontrano in un salotto, magari dicono male di suocere e mariti, e alla fine comprano i prodotti dalla "incaricata" che ha messo insieme la sua rete vendita. Funziona così da 45 anni, ora in catalogo ci sono pure i cosmetici.
domenica 4 febbraio 2007
L'ultimo segretario del pci
Sedici anni oggi. Pure allora c'erano un Sì, un No e una Terza mozione. «Stavolta mi pare tutto più flebile». Sedici anni oggi, e riecco il dibattito. I Ds tormentano i loro passi verso il partito democratico; il 3 febbraio del '91 il congresso di Rimini chiude invece la storia del Pci. Il segretario provinciale napoletano, quel giorno, si chiama Ricciotti Antinolfi. Economista, assessore comunale, un occhettiano convinto. «Mi chiama Valenzi mentre sono all'università per degli esami, e mi dice che stanno per nominarmi segretario». L'ultimo. L'uomo che in città trasloca falce e martello sotto la Quercia. «Iscritto 22 anni al Pci, altri 8 a Pds e Ds. L'ultima tessera è del '99». Adesso osserva da lontano, dallo studio della sua casa ai Colli Aminei. Immerso fra i romanzi di Vassalli, i concerti di Bach e i clic di Internet. «Penso al Partito democratico, e mi chiedo perché i bilanci della Regione non siano on line».
Professor Antinolfi, perché unisce le due cose?
«Se sei un riformista, devi mettere i conti pubblici sul web».
Professor Antinolfi, perché unisce le due cose?
«Se sei un riformista, devi mettere i conti pubblici sul web».
Iscriviti a:
Post (Atom)