giovedì 24 maggio 2007

Il partito di Berlusconi vota per l'uomo di Di Pietro


Il partito di Berlusconi vota per l'uomo di Di Pietro. Miracoli di Torre del Greco, dove le urne sono la tomba delle antipatie. Il candidato sindaco che conosce il segreto per seppellire ogni rancore si chiama Ciro Borriello. Trequartista nella Nazionale di calcio dei parlamentari. «Ho avuto i complimenti di Mazzola». Chirurgo plastico. «Sono un moderato che raccoglie i cocci». Pazienza se l'Italia dei valori sostiene il governo Prodi: a Torre i cocci intorno a lui sono di centrodestra. Pazienza se fra le liste che lo sostengono ci sono quelli che con Di Pietro litigano di più: Berlusconi, De Gregorio e Mastella. Gli mancano i socialisti, e gli davano il Nobel per la pace.


Però c'è l'Italia di Mezzo, nonostante Follini abbia un piede nel Pd. «E' che in chiave locale si fanno accordi trasversali», spiega Borriello. Valerio Ciavolino li chiama in un altro modo. «Una porcata». E' il sindaco fermato dopo due anni e mezzo e un cammino tortuoso: scioglimento prefettizio, ricorso vinto al Tar, reintegro, sfiducia della sua maggioranza, commissariamento. Sperava di averla di nuovo lui, la Cdl alle spalle. Invece no, Borriello, il quale a sua volta sperava di essere il candidato dell'Unione, magari attraverso le primarie.

«Ma Berlusconi sa quel che accade qui?». E' Ciavolino che se lo chiede e vuol credere di no. «Se lo sa, come fa a sopportare che Forza Italia stia con Di Pietro?». In realtà Borriello viene da lì. E' con Forza Italia che siede alla Camera fino al 2005. Rompe perché «col sindaco parlavamo due lingue diverse e il partito non seppe fare da arbitro». Se ne va con l'Udeur, rompe pure lì, alla vigilia delle politiche. Coi manifesti già stampati e messi ai muri, la sua faccia accanto al campanile di Mastella. «Mi ha tradito. Voleva darmi un posto in lista poco dignitoso. Lui, che alle primarie qui aveva preso più voti di Prodi». Sottinteso: grazie a me. Dietrofront, nuovo lifting e slalom verso Di Pietro. «Va bene l'ironia, ma per me non c'è nulla di strano: c'è pure chi si sposa tre volte». Però Ciavolino punge: «In Forza Italia vanno avanti gli yesman o gli incapaci. Come nei Ds».

L'ex sindaco stavolta sta con l'Udc e si prende la patente di ingrato. «Sì, lo so, dicono che grazie al partito ho avuto un posto nel cda dell'Ato. Forse non avevano altre persone competenti. Comunque quel posto è a loro disposizione». E' questo il quadro in cui il centrosinistra ha lottato per non presentarsi spaccato. «Sarebbe stato un pessimo segnale sulla strada verso il Pd». Accordo sul nome di Alfonso Ascione, consigliere provinciale della Margherita, il partito dentro il quale nella stagione dei congressi s'è battuto per un'alternativa al potere demitiano. «Frizioni alle spalle. Non incideranno». Tutt'e tre i candidati vengono dalla stessa periferia, Santa Maria la Bruna, storicamente decisiva sul voto, un effetto stavolta neutralizzato. Tutt'e tre si sono sfidati ieri mattina dinanzi al forum "La mia città", 18 associazioni che hanno fatto firmare ai candidati un patto. «Si tratta solo di un impegno informale», dice la coordinatrice Gioconda Fortuna mentre porge ai candidati il foglio del "contratto" coi torresi. «Allora è come quello di Berlusconi», pizzica ancora Ciavolino, tutto sarcasmo e disincanto, a suo agio nei panni del guastatore. «Macché. Io non gioco. Sono serissimo». Alza gli occhi e sbuffa a ogni strafalcione. Se avesse la coalizione con lui, sarebbe strafavorito. E però. Il ragionamento di Ascione: «Chi vuole far uscire Torre dal pantano, sa che deve votare per il centrosinistra. La città non è solo degrado, camorra e malgoverno. Penso agli armatori, le banche, la cultura, l'artigianato». I rifiuti, questo sarà il tema per convincere gli indecisi. Ascione: «Differenziata porta a porta con una municipalizzata. I commercianti possono darci una mano. Una volta esisteva il vuoto a perdere: riproviamo». Borriello: «Se gli altri non sono capaci, facciamo a Torre il termovalorizzatore». Ciavolino: «Penso a una card ecologica con tariffa a scalare in base ai chili di vetro e di plastica consegnati. Li raccogliamo di pomeriggio nelle scuole». E poi accuse incrociate e promesse, come le Ztl e i parcheggi per una città che ha un traffico da metropoli e infrastrutture da contrada. Su un punto vanno d' accordo. «Niente ballottaggio. Vinco io al primo turno». Dicono tutti così.

Repubblica Napoli,  23 maggio 2007

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