lunedì 10 settembre 2007

Maddaloni, un geometra dentro un chimono


Un geometra dentro un chimono bianco, una cintura nera e con una medaglia d'oro al collo. Vive con 80 chili addosso e un milione di sogni dentro. Una di quelle persone a cui piace sorridere spesso, e le basta poco per riuscirci. «Quando vedo un ragazzino che ripete un movimento imparato da me, mi tremano le mani». Non significa essere uno che si accontenta. «Qualcuno mi ha messo in testa l'idea che nel mio quartiere sono diventato un esempio da seguire». Significa sapere quello che cerchi. «Cosa voglio ancora? Facile. Ridarei indietro i soldi vinti nella mia carriera pur di avere di nuovo 4 milioni e mezzo di persone davanti alla tv solo per me».



Vuoi mettere 60 milioni di lire d'una volta con 4 milioni e mezzo di telespettatori per una gara di judo, la finale di Pino Maddaloni all'Olimpiade di Sydney del 2000. Se uno vince la medaglia d'oro ai Giochi e poi resta 560 giorni fermo a guardare gli altri, con due adduttori spaccati e una mano fratturata, sa che deve ricominciare da zero o quasi. Fanno sette anni da quel trionfo, il 18 settembre prossimo. Sette anni così pieni che sembrano cento. Maddaloni va nelle scuole per dire ai ragazzi che lo sport è un diritto, non un optional. «I bambini sono il meglio di una nazione». Viene nominato ambasciatore dello sport pulito dal ministro Pecoraro. Diventa una statuina nei presepi degli artigiani di San Gregorio Armeno. Fa il testimonial anti-camorra per trasformare in una ludoteca una villa confiscata ai boss di San Cipriano. Stampa 20 mila cartoline con il suo urlo di gioia in Australia, adesivi, fotografie, e li regala in giro appena può. «Magari a qualcuno è venuta la voglia di scoprire il judo». Regala pure 12 dei suoi chimoni in beneficenza. A santuari, disabili, persino al museo dello Swatch. Sette anni così. «Voglio mettere la mia faccia dovunque sia utile». Meglio ancora se Pino Maddaloni può spenderla dalle sue parti, dov'è nato e dov'è cresciuto. Le Vele, poi Secondigliano, il rione Don Guanella, Miano. Dove un giorno arriva con la medaglia al collo e lo accolgono in mille con uno striscione finalmente orgoglioso, lì dov'erano stufi di passare solo per il rione napoletano con la più alta percentuale di bambini non iscritti a scuola, e dove una volta rovesciarono le urne elettorali per la lunga attesa. Gli scrivono: "Orgogliosi di essere di Miano".

«Sono quartieri in cui sei condannato a vivere fra le tentazioni. Se cerchi un lavoro, spesso sbatti contro il muro. Finché non scopri che il lavoro te lo vengono a offrire dentro casa, quelli della malavita. Sono quartieri in cui la gente fa i debiti per avere la tavola bene apparecchiata la domenica, e poi lascia i figli senza un libro. Certi amici d'infanzia li ho persi di vista. Mi piace credere che abbiano trovato un lavoro fuori Napoli. Non voglio pensare ad altro. Io sono stato fortunato. Mio padre mi ha insegnato a non vergognarmi del sudore. La vergogna è di chi ruba, mi diceva, e me lo dice ancora...». Papà Gianni è la guida che tiene Pino lontano dal fuoco che brucia. Diventa il padre pure di altri ragazzi incontrati in quelle strade. Succede in via Miano, civico 137, dove trasforma un garage in una palestra, crea lo Star Judo Club e s'inventa una scuola, non solo di sport. Lancia una moneta a terra e insegna ai suoi ragazzi in chimono che non è bello lanciarsi sopra per raccoglierla, «perché i soldi non sono tutto», ma che non devono neppure abbandonarla lì, «perché anche un centesimo che guadagni ha il suo valore».

Pino Maddaloni ha un padre così. Uno che da quella palestra sfrattano proprio quando i campioni dentro casa sono diventati tre (Marco è campione europeo under 23, Laura va in Nazionale), e che ha il coraggio di alzare il livello della posta. Via da Miano? Bene, allora si va a Scampia. Ed erano i giorni della faida, non giorni qualsiasi. Quando Pino racconta: «Basta che il vento faccia sbattere una porta e il cuore ti va per aria». Una sfida e una testimonianza. è lì che il judo prova a tenere accesa una luce. Nel frattempo non c' è più Guaglione, lo splendido cane di casa. «Ho perso il mio fratello a quattro zampe», dice Pino. L'Adidas ha regalato un tatami da 20 mila euro. Ma per trovare la palestra in cui trasferirsi, dall'oro di Sydney in poi, sono passati cinque anni e tre sindaci. Bassolino, Marone, Iervolino. Maddaloni è il ragazzo che va a Palazzo Chigi e prende in braccio il ministro Melandri, come Benigni con Berlinguer. «Per un'altra vittoria così - racconta oggi - lo rifarei, e forse prenderei in braccio chiunque. Ma il mio rapporto con la politica è cambiato. Nel tempo ho incassato qualche delusione. Mi chiedo come sia possibile che chi esercita il potere a volte non riesca a fare di più per chi ha bisogno d'aiuto». La scuola di Miano continua nei 700 metri quadri che il Comune mette a disposizione di Pino e famiglia a Scampia, anche se ogni tanto i tubi cedono, dal soffitto piove acqua, d'inverno si gela e d'estate si scoppia. Si chiama Percorso Maddaloni, un programma sociale in cui fanno judo 270 fra bambini e ragazzi dai 5 anni in su. Pino si allena in mezzo a loro. Per essere lì ha rinunciato all'ingaggio che offriva un club tedesco. La Federjudo ha dato a quella palestra la patente di centro federale per il Sud. Il martedì e il giovedì i nazionali arrivano ad allenarsi dalla Puglia e dalla Basilicata, tra i ragazzi a rischio di "Sportello Famiglia" e "Obiettivo Uomo", dell'Opera Fernandez e dell'oratorio di padre Carlo.

Ora insegna pure Pino. Un giorno bussano alla porta due ragazzini del quartiere con la voce grossa e la faccia arrabbiata: «Vogliamo entrare qua». Le porte si aprono, e poi si sente solo la voce dei Maddaloni. «Ragazzi, solo due cose e poi cominciamo. Uno: qua ci sono delle regole. Due: le regole le decidiamo noi». Le regole che hanno portato due ragazzini dello Star (Antonio Chianese e Domenico Di Guida) a diventare campioni italiani nelle categorie giovanili. «Quando vedo un ragazzino che ripete un movimento imparato da me, mi tremano le mani». Ecco perché lo dice. Una palestra che Jacopo Fo indica in un suo libro fra le cose che a Napoli funzionano, insieme al Progetto Chance e al coro degli studenti di Secondigliano di Massimo Valenti. «Quand'ero bambino nella 167 - racconta Maddaloni - gli esempi da seguire erano bui. Quelli che facevano gli scippi. Se ora mi dicono che l'esempio sono io, devo trovare la forza per essere all'altezza». Ora c'è un progetto in più intorno al sorriso del geometra con il chimono. Si chiama "Palestre Aperte", nella scia dello slogan inventato per il Maggio dei Monumenti quando Napoli sentiva d'essere rinata. La Regione s'è impegnata con i Maddaloni a sostenere la formazione educativa dei ragazzi di Scampia. «Andate avanti. Non siete soli». Così sono già arrivate cento persone nella prima settimana di iscrizione. C'è la possibilità di insegnare le regole del judo e quelle della moneta che cade a terra a 400 persone, forse anche 500, senza che nessuno paghi la retta mensile né l'iscrizione. Gratis. Tutto gratis. Se la Regione mantiene l'impegno. Sette anni dopo l'oro australiano, torna il momento di guardare avanti. Avanti significa Pechino, i Giochi dell'estate prossima, dopo aver saltato per infortunio quelli di Atene. Pino Maddaloni avrà 32 anni e qualche chilo in più rispetto a Sydney. Vuole sfidare i giganti nella categoria superiore: era l'idea con cui si sarebbe presentato al via anche in Grecia, se non si fosse rotto lo scafoide della mano destra e se non ci fossero stati due strappi muscolari nel tentativo di allenarsi duro per recuperare tempo. Fa le prove proprio in questi giorni. Pino è volato in Brasile per il Mondiale (in azzurro ci sono anche altri due campani, Elio Verde e Tonia Cuomo): la sua gara è in calendario venerdì, eliminatorie alle 17 italiane, le finali nella notte. I primi 6 si qualificano per i Giochi. In Sudamerica è una stella. Lo hanno inserito nella giuria che elegge miss Brasile e lo vogliono ad allenarsi lì prima dell' Olimpiade. Offrono 2 mila euro al mese. Ma il geometra col chimono non si muove da Scampia.

(Repubblica Napoli, 9 settembre 2007)

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