Un paio di giorni fa Sky Arte trasmetteva un documentario francese, “Visconti vs Fellini”, in cui venivano raccontati questi due mondi che si scontrarono: l’opera contro il circo; Milano contro la provincia; l’aristocrazia contro la piccola borghesia; il realismo contro la cartapesta; la disillusione contro il sogno.
Erano anni in cui una grande polemica culturale poteva nascere da un’accusa (Visconti a Fellini) basata su un aggettivo come “neo-astrattismo”.
"La scena della festa è la rappresentazione del modo in cui un cameriere guarda i nobili"
(Luchino Visconti, a proposito della Dolce Vita)
Faceva impressione scoprire - o comunque vedere sistematizzato in quel modo - scoprire che mentre uno girava La Dolce Vita l’altro gli si opponeva con Rocco e i Suoi Fratelli; il primo usciva col Gattopardo e l’altro con Otto e Mezzo. E' stato in quel momento che sono rientrati all’improvviso i ragazzi a casa, e io allora ho subito cambiato canale, di nascosto, come uno spettatore clandestino, così da non fargli capire che cos’era l’Italia dei miei genitori. Per non farmi rimproverare su cosa invece gli sto lasciando.
Nessun commento:
Posta un commento