domenica 23 giugno 2013
Filosofia di Tata Martino
Utopista, ma realista. Hombre vertical, ma pure frontal. Ironico e rigoroso. Offensivista, ma con criterio. Bielsista, nel senso di seguace di Marcelo Bielsa, ma non così loco come lui, non tanto pazzo come il suo maestro. Tutta la filosofia del nuovo allenatore del Barcellona, Gerardo Martino detto Tata, in 15 frasi.
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martedì 18 giugno 2013
KEROUAC E L'ADDIO A CHRISTINE
Era la mattina del 18 giugno 1956. Ero sceso a dire addio a Christine e l'avevo ringraziata di tutto e m'ero incamminato lungo la strada. Lei mi salutò con la mano dal cortile erboso. "Come sarà triste qui adesso che tutti se ne sono andati e senza più grandi splendide feste ogni week-end". S'era veramente goduta tutto quello che era successo. Eccola lì ritta a piedi nudi nel cortile, con la piccola Prajna pure scalza, mentre io m'allontanavo lungo il pascolo dei cavalli.
[Jack Kerouac, I vagabondi del Dharma, 1958]
[Jack Kerouac, I vagabondi del Dharma, 1958]
lunedì 17 giugno 2013
HILDA, PASSERO' A PRENDERTI IL 17 GIUGNO
Sul vassoio della colazione c'era una lettera di Hilda. "Papà va a Londra questa settimana, e io passerò a prenderti giovedì a otto, il 17 giugno. Fatti trovare pronta, così potremo partire subito. Non voglio sprecare tempo a Wragby, è un posto orribile. Probabilmente passerò la notte a Redford dai Coleman, perciò dovrei essere da te per il pranzo di giovedì. Potremmo poi partire all'ora del tè e forse dormire a Grantham. E' inutile passare una serata con Clifford. Se gli dà fastidio che tu parta, non gli farebbe piacere".
Ah, così! Ancora una volta la spingevano di qua e di là sulla scacchiera come una pedina.
[David Herbert Lawrence, L'amante di Lady Chatterley, 1928]
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Tutta la serie "una pagina, un giorno"
Francesca Schiavone, Lady Chatterley e la rivoluzione sessuale
Ah, così! Ancora una volta la spingevano di qua e di là sulla scacchiera come una pedina.
[David Herbert Lawrence, L'amante di Lady Chatterley, 1928]
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La prova dell'otto di Caterina Guzzanti
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domenica 16 giugno 2013
JOYCE E LA PIOGGIA DEL 16 GIUGNO
Così, giovedì sedici di giugno, seppellito Patk. Dignam, per colpo apoplettico e dopo gran siccità, Dio piacendo, piovve, un battelliere giunto per via d'acqua da circa cinquanta miglia di distanza con un carico di torba diceva che il seme non buttava, la terra era sitibonda, di brutto colore e putiva fieramente, anche i paduli e le lande. Difficile tirare il fiato e i polloni giovani tutti consunti senza una goccia per tanto tempo che nessuno aveva memoria d'una simile mancanza. I boccioli color rosa tutti abbruniti e aggrumati e sulle colline niente altro che giunchi e ramoscelli secchi pronti ad accendersi al primo foco. A tutti dicevano che, per quel che ne giudicavano, il grande vento del febbraio d'or è un anno che sconvolse la contrada in modo sì miserevole era piccola cosa appetto a questa siccità.
[James Joyce, Ulisse, 1922]
[James Joyce, Ulisse, 1922]
venerdì 14 giugno 2013
I TORMENTI ADOLESCENZIALI DI EVA HERZIGOVA
"Il pezzo sulla Thatcher l'ho scritto seduto sul letto di una camera d'albergo nel Gran Canyon. Mi hanno dato un'ora per scrivere 10 mila parole: e anche se mi piace avere scadenze precise, per tutta quell'ora ho continuato a chiedermi perché stavo lì a scrivere e non ero fuori a far trekking con gli altri". (Ian McEwan, L'Espresso, 7 giugno)
"Essere padre è innamorarsi ogni giorno, e mi piace. Poi certo, mi preoccupa anche". (Benicio Del Toro, Io Donna, 7 giugno)
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lunedì 10 giugno 2013
IL 10 GIUGNO DI CALVINO
Il 10 giugno del 1940 era una giornata nuvolosa. Erano tempi che non avevamo voglia di niente. Andammo alla spiaggia lo stesso, al mattino, io e un mio amico che si chiamava Jenny Ostero. Si sapeva che al pomeriggio avrebbe parlato Mussolini, ma non era chiaro se si sarebbe entrati in guerra o no. Ai bagni quasi tutti gli ombrelloni erano chiusi; passeggiammo sulla riva scambiandoci supposizioni e opinioni, con frasi lasciate a mezzo, e lunghe pause di silenzio.
(Italo Calvino, L'entrata in guerra, 1954)
(Italo Calvino, L'entrata in guerra, 1954)
Napoli, quell'altrove del sindaco c''a pummarola 'ncoppa
'Ncoppa.
Sopra. E’ una parola del dialetto napoletano che piace molto a chi napoletano
non è. Gli piace proprio pronunciarla. Fa humus. E’ efficace. Riempie la bocca.
Dà subito l’idea di un mondo. Piace così
tanto che spesso viene pronunciata anche quando non c’entra niente. Ieri
mattina l’ha ritirata fuori Aldo Grasso, nel suo domenicale fondo in prima
pagina sul Corriere della Sera, e l’ha sistemata lì, in mezzo a una manciata di
righe di critica al sindaco De Magistris e alla sua infelice esperienza
amministrativa.
domenica 9 giugno 2013
Il mio oro, la mia fortuna
E dopo le parole di Renzo Arbore per Mariangela Melato, il saluto di Dario Fo per Franca Rame, arrivano oggi altre bellissime parole di un amore senza fine.
Sono di Mel Brooks per la sua Anne Bancroft. Sul Messaggero.
"Anne Bancroft è stata tutto per me, il mio oro, la mia fortuna, l'arbitro di gusto per ogni mia fesseria. Anne capiva al volo quello che andava o meno in ciò che scrivevo. Era bella, sexy e spiritosa. Non abbiamo mai smesso di ridere e fare l'amore in 40 anni di matrimonio. Mi ha lasciato nel 2005, otto anni or sono, e continuo a fare l'amore con lei ogni notte".
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mercoledì 5 giugno 2013
"Volevo essere Audrey Hepburn"
Lo disse Maria Sharapova nel 2012 a Parigi. Poi vinse il torneo. L'intervista è qui sotto.
Il cocktail resta lì dov'era. Come i crostini. Non tocca arachidi, né un succo, né un salatino. Essere Maria Sharapova. Un tavolo davanti agli Champs-Élysées, il Roland Garros nella testa. L'unico Slam che non ha vinto mai. «C'è un tempo per ogni cosa, ora sono pronta». La donna da 17 milioni e mezzo di euro l'anno non porta mai gli occhi da un'altra parte.
È la campionessa del mondo dello sguardo dritto. Ma quando racconta di sé abbassa la voce. Ha pose che le addolciscono ogni spigolo. Dice che vorrebbe essere «una donna forte rimanendo elegante». Come se a volte volesse essere solo Maria.
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IL TENENTE ASTEMIO DI EMILIO LUSSU
Una pagina, un giorno
Il sole era già tramontato quando caddi, a nord di Stoccaredo, su un battaglione del 301° fanteria. Lo comandava un tenente colonnello, sulla cinquantina, che trovai all'aperto, seduto ad un tavolino improvvisato con rami d'albero, una bottiglia di cognac in mano. Egli mi accolse molto gentilmente e mi offrì un bicchierino di cognac.
"Molte grazie", dissi, "non bevo liquori".
"Non beve liquori?", mi chiese, preoccupato, il tenente colonnello.
Tirò dal taschino della giubba un taccuino e scrisse: "Conosciuto tenente astemio in liquori. 5 giugno 1916".
[Emilio Lussu, Un anno sull'altipiano, 1938]
Il sole era già tramontato quando caddi, a nord di Stoccaredo, su un battaglione del 301° fanteria. Lo comandava un tenente colonnello, sulla cinquantina, che trovai all'aperto, seduto ad un tavolino improvvisato con rami d'albero, una bottiglia di cognac in mano. Egli mi accolse molto gentilmente e mi offrì un bicchierino di cognac.
"Molte grazie", dissi, "non bevo liquori".
"Non beve liquori?", mi chiese, preoccupato, il tenente colonnello.
Tirò dal taschino della giubba un taccuino e scrisse: "Conosciuto tenente astemio in liquori. 5 giugno 1916".
[Emilio Lussu, Un anno sull'altipiano, 1938]
lunedì 3 giugno 2013
Che cos'è il Dolby Atmos
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