domenica 5 luglio 2009

Le ginocchia di Roger Federer


E vabbe' cose che sapete: la partita dei record, lo slam numero 15 di Federer, la finale con più game (77) della storia. il quinto set più lungo di sempre, il maggior numero di ace (50 ) di Roger.
Ma soprattutto...
... erano tre anni che Federer non vinceva uno Slam senza scoppiare a piangere o senza sconocchiare. Prima di ieri era riuscito a restare in piedi solo a New York 2005, Melbourne 2006 e Wimbledon 2006, come si vede qui sotto.

4 commenti:

Loffenheim ha detto...

sono appena entrato in possesso del pezzo di clerici che uscirà domani su repubblica. Credo che verrà ritoccato da qualche zelante collega, per ora però te lo propongo così come l'ho ricevuto:

Arroccato nella mia gabbia di vetro, a cinquanta metri da un campo più simile alle sponde del Nilo che ai verdi prati di Sua Maestà la Regina, ho assistito alla rinascita di un signor campione e al canto del cigno di quello che un campione fu e non è più. Roddick il Magnifico, con la sua ancor più magnifica signora, avrebbe meritato il trionfo sul centralone, disgustosamente coperto da una tettoia divenuta in poche ore ricovero di frullanti pennuti d’oltremanica. E invece, a uscire con le braccia alzate e il solito ghigno beffardo, è stato ancora l’impeccabile svizzerino, che corona così il suo personalissimo quanto inutile sogno: 15 titoli del Grande Slam conquistati non bastano a definirlo il più grande di tutti i tempi, come del resto ha rimarcato il mio vecchio compagno di bridge Rod Laver, ma ne fanno un buon giocatore che ha nel dritto monomane il suo miglior colpo, ancorchè limitato da un servizio mediocre: 50 aces in una partita sono alla portata di tutti, se il tuo avversario si ostina a restare come un gonzo troppo vicino alla linea che un tempo chiamavamo “di servizio”. D’altra parte, avevo scritto alla vigilia – scritto, non pensato, perché pensare in questo mestieraccio serve a poco – avevo scritto, dicevo, anzi scrivevo, avevo scritto sul blocco appunti del mio compagno di telecronache Rinuzzo Tommasi che a vincere questo Wimbledon sarebbe stato anche stavolta il coltellino svizzero: ne avevo avuto conferma dal mio vecchio amico porticese Ciro Roddick, che in mattinata mi confessava che il cugino Andy non aveva nelle gambe più di 4 set e 29 games. Ecco dunque che, quando sul 6 pari del quinto set il mio vecchio compagno di merende Rinetto mi confermava, a memoria e senza ausilio di alcun regolamento portatile, che nel sublime torneo londinese quello che io chiamo “spaccapareggio”, meglio noto come tie-break, non si disputa punto, ecco dunque che io riandavo con la mente alla profezia del cugino Roddick, puntualmente verificatasi in sede di campo. Distogliendo per un attimo lo sguardo dalla vertiginosa minigonna della terza sorella Williams, Esther, mi sono poi ricordato che questo successo del piccolo Hunziker al maschile è decisamente privo del valore che avrebbe avuto, viceversa, se a combattere su quelli che ormai sono campi di patate e che ai miei tempi, quando sfidavo a testa alta il mio vecchio compagno di doppio Raoul Gardini, erano veri prati da golf, se a combattere su questi campi, dicevo, ci fosse stato anche il muscoloso e ruvido Nadal, vero campione – lui sì – di ogni tempo e ogni luogo. A conti fatti, quando io e Rinello ci ritiriamo nel nostro alberghetto di Chelsea a due passi da un porno shop da favola, commentiamo che in fondo questa mediocre finale, vinta da un Federer fuori forma e lontano anni luce da quel talento sopraffino che abbiamo imparato a conoscere un decennio fa, non ha nulla a che vedere con il doppio da brividi che io e Rinalino avevamo giocato in mattinata contro Lea Pericoli e Rosco Tanner. Venti minuti, quelli sì, di grande tennis.

ac ha detto...

Ora vado a leggerlo. Ma credo proprio che più o meno abbia scritto cpsì. Ti fo sapere e post rispongo

lea ha detto...

Ciao...scusa se lascio un mio messaggio qui, ma non ho trovato sul tuo blog un tuo indir email.
Ti volevo chiedere una cosa, relativamente a quel tuo delizioso post sulla "marasita", che ho scoperto per caso.
Se vuoi, mi puoi cercare su fb (visto che inequivocabili tracce lo confermano), altrimenti dammi un cenno su
lea.russo@fastwebnet.it

Grazie...ciao

lea ha detto...

...scusa ancora, ma un minuto fa ho scoperto di non poter più entrare nella posta che ti ho indic poco fa.
Ti dò un altro ind
littlegarden@fastwebnet.it

grazie