giovedì 11 febbraio 2010

Above us only sky

Domani notte cominciano le Olimpiadi invernali di Vancouver, le prime trasmesse integralmente da una pay tv (Sky). Un paio di settimane fa, la Rai ha protestato chiedendo al governo una legge che in futuro la tuteli da situazioni di questo genere.
Sorvolando sul fatto che l'appello è rivolto a un governo guidato dal proprietario dell'azienda concorrente della pay tv in questione, va ricordato che protesta simile c'era stata nel '92, quando alla Rai vennero soffiati i diritti del torneo di Wimbledon dall'allora Tele+: Wimbledon è quel torneo in cui a fine anni '70 un italiano chiamato Panatta era giunto a giocarsi la qualificazione per la semifinale, e la Rai interruppe la diretta della partita all'inizio del quinto set.


Tutta la vicenda dei diritti sulle Olimpiadi di Vancouver, che stavolta vedremo per due settimane in diretta per 450 ore su 5 canali, è riepilogata qui. Se poi qualcuno volesse ricordare com'erano le Olimpiadi invernali ai tempi del monopolio Rai, può farsi un giro sul sito di una delle colonne della Rai del passato, Alfredo Pigna. Dove si legge:
Alberto Tomba era il favorito alle Olimpiadi di Calgary ma la Rai inviò in Canada una “delegazione” composta da sole undici persone fra telecronisti (2) radio-cronisti (3) e 4 fra tecnici e funzionari. L’operatore TV era da “noleggiare” sul posto. Un clamoroso record negativo in rapporto alle altre emittenti televisive che potevano contare su centinaia di addetti con auto fuoristrada ed elicotteri. E fu per merito di un elicottero della TV tedesca che Pigna volò dai campi di gare di Banff allo studio televisivo di Calgary che i colleghi tedeschi gli “prestarono” per intervistare Alberto Tomba. A Calgary la Rai-TV non disponeva neppure di un proprio studio televisivo. Per le interviste del dopo-gara Pigna utilizzò la postazione a cielo aperto che era peraltro a disposizione di tutti per le cosiddette “unilaterali”.

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