mercoledì 6 gennaio 2016

Non era Malafemmena

Sono persino arrivati a dire che la sua celeberrima, splendida "Malafemmena" Totò l'abbia scritta per me... Totò... Era veramente un gentleman dalla punta dei capelli fino alla punta dei piedi. Era un professionista favoloso. Molto signore, molto gentile, molto bravo. Anche se, allora, quei film che oggi sono portati alle stelle erano considerati commerciali. E lui ne soffriva. Per me aveva un'ammirazione immensa - ero molto giovane, allora - ma si accostava con una tale discrezione... con una tale carineria... Il grande bene che mi voleva me lo faceva capire. Mi faceva capire che mi avrebbe voluto sposare... Anzi, ne aveva parlato con papà. E papà gli diceva: "Guardi, Silvana è una ragazzina. Non pensa a queste cose". E lui mi faceva trovare in camerino i cioccolatini, i mazzolini di fiori guarniti con il pizzo. Era un amore, il suo... [...] E non soltanto il suo sentimento per me era così prepotente... Hanno cominciato a chiedermi in moglie all'età di dodici anni. Un po' prestino, direi. Anche se, vista di spalle, con i miei splendidi capelli sciolti, ne dimostravo qualcuno in più.


La questione si era immediatamente posta come familiare. In quanto erano coinvolte le famiglie di entrambi: i genitori di lui, interessatissimi a valorizzare ai miei occhi il loro figlio, i miei a cercare parole adatte... per farli correre il più graziosamente possibile. Il promesso sposa in causa - dimenticavo di presentarlo - era un capitano d'aviazione: simpatico, di bella presenza, elegante... Che bello dire di no a un uomo, rifiutarmi a lui... Pensavo tra me: che succederà ora? Certamente, pazzo di dolore si ucciderà con la pistola d'ordinanza. Ma come soluzione non mi piaceva. Ne avrei preferita una meno drastica...[...] Sta di fatto che a dodici anni interessavo già parecchio. Mentre le mie compagne nascondevano le foto di Gary Cooper, di Bob Taylor nel più profondo delle tasche per poterle baciare di nascosto, io dovevo nascondermi per tutti quelli che avrebbero voluto baciarmi... anche apertamente... Anzi, c'era perfino uno studentello - oggi professionista stimatissimo - che suonava per me il violino dalla finestra di fronte... Se ci penso... Dodici anni e già donna... [...]
Sul set di 47 morto che parla, tratto da un soggetto di Ettore Petrolini e diretto da Bragaglia, Totò e io fummo proposti come la più celebre delle accoppiate. Un'accoppiata vincente, a giudicare dal successo di pubblico e di critica. Un giorno Totò mi disse: "Silvana, ci pensi...".  [...] "Dolcissimo caro Totò... Ho sempre pensato che avesse per me un amore di quelli che appartengono a un mondo letterario di altri tempi. In fondo, aveva il doppio degli anni miei... Ecco. Mi viene in mente la Beatrice di Dante... Sì, forse io ero la sua Beatrice.

(Silvana Pampanini, Scandalosamente perbene, Gremese editore, 2004)

[La vera storia di Malafemmena]



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