sabato 23 gennaio 2016

Il gol con le spalle alla porta


Non più tardi di domenica scorsa, un colpo di testa all'indietro di Alberto Paloschi in Chievo-Empoli ci ha restituito su un campo di calcio la bellezza del gesto no-look, molto più naturale in altri ambiti, basket e tennis su tutti. Poi, nella semifinale degli Europei di pallanuoto fra Serbia e Grecia, è arrivato questo signore qua. Si chiama Duško Pijetlović, gioca centravanti e ha segnato un gol che viene da un altro mondo. Il mondo dei gesti nuovi. 
Su un campo di calcio, il gol senza guardare è un'eccezione. Appartiene in particolare a una certa tipologia di calciatori. I rapaci. Quelli che sanno sempre dove si trovano, quelli che là si fanno trovare un attimo prima che ci arrivino gli altri. I Pippo Inzaghi. I Paolo Rossi. [qui c'è l'articolo uscito su Repubblica martedì a proposito del gol di Paloschi]. Hanno la mappa della loro porzione di campo stampata dentro la testa. Nel basket l'assist no-look è diventato un segno di estro e classe da Magic Johnson in avanti. Nel tennis abbiamo conosciuto il colpo sotto le gambe con le spalle alla rete grazie a Ilie Nastase, Yannick Noah lo ha portato in tv, Roger Federer ogni tanto lo ripropone. Ma è la pallanuoto lo sport in cui il gol con le spalle alla porta diventa gesto tecnico da repertorio, nel senso che non è istinto, non è individualismo, ma un colpo che si insegna e si prova in allenamento. Si chiama beduina. Lo ha inventato un giocatore napoletano, Gildo Arena, un campionissimo fra il '38 e il '52, fra qualche giorno saranno 11 anni dalla sua scomparsa. Schiena alla porta, palla a pelo d'acqua, il braccio si muove dal basso verso l'alto. Fu il colpo che aggiunse fantasia alla pallanuoto.
Il serbo Duško Pijetlović
Il serbo Duško Pijetlović
In Serbia-Grecia di mercoledì sera Duško Pijetlović l'ha eseguita con una variante originale. Viene servito a due metri dalla porta, dunque al limite della zona dentro la quale un giocatore senza pallone non può entrare, e ovviamente senza voltarsi arresta e si muove proprio come se volesse rovesciare da manuale. Ha un uomo addosso. Nella pallanuoto il regolamento consente a un difensore di fare qualunque cosa a un avversario finché questi è in possesso di palla. Pijetlović prova a chiudere il movimento, ma qualcosa va storto. Non riesce a tirare verso la porta. Oppure lo fa di proposito. E' perfino più bello crederlo. Di certo trova un piano B che è geniale. Quando s'accorge che non riuscirà più ad avvitare il braccio, lo lascia cadere sull'acqua. La mano persino affonda, e da lì assesta un colpetto morbido alla palla, col polso, con i polpastrelli, mentre nel frattempo su di lui sono diventati tre. Un gol pazzesco (potete vederlo dal minuto 6'00" del video)

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