mercoledì 29 gennaio 2014

La scuola dei portieri e la rivoluzione del '90

buffon12-50057439 Sacchi, Zeman e Zaccheroni. Sono i responsabili della fine della scuola italiana dei portieri secondo Stefano Tacconi, ex numero uno della Juventus e della nazionale. La crisi di vocazioni, il vuoto dopo Buffon, arriverebbe da lì: colpa dei maestri della zona, per i quali i portieri sarebbero addirittura un fastidio. Una tesi esposta ieri sera nel programma di Raisport1 "Pomeriggio da campioni", durante il quale gli amici di questo blog hanno potuto ascoltare la storia del francese Darui, tratta da Il Giro dei Mondiali in 80 portieri. La tv ha i suoi tempi. Tacconi ha lanciato nel mucchio la sua teoria mentre già scorrevano i titoli di coda, era impossibile replicare o eccepire. In realtà, più che dagli zonisti, secondo me il mestiere del portiere è stato messo in difficoltà dal cambiamento delle regole voluto dopo i Mondiali del 1990.
Da un calcio che privilegiava le difese si passò a un calcio preoccupato di tutelare gli attaccanti. Da allora sono arrivati via via (cito in ordine sparso): l'abolizione del fuorigioco in linea, il fallo da ultimo uomo, il cartellino rosso per il fallo in caso di chiara occasione da gol, l'obbligo per il portiere di giocare con i piedi sul retropassaggio del difensore, l'obbligo di non tenere il pallone fra le mani per più di sei secondi, il via libera alle finte sul calcio di rigore, la tripla sanzione per il portiere che commette fallo in area (rigore contro, espulsione in caso di chiara occasione da gol e squalifica successiva). Voglio dire che dal 1990 a oggi essere un numero 1 ha comportato nuove difficoltà. Saper parare non basta più. La scuola tecnica italiana forse si è adeguata tardi, forse ancora sconta un ritardo tecnico, una mancanza di maestri moderni: non credo che tutti i portieri stranieri arrivati in Italia siano qui solo perché più economici. Ce ne sono di bravi, più bravi dei nostri giovani. Non abbiamo saputo interpretare i cambiamenti, cosa che in altri Paesi hanno saputo fare. Per la prima volta nella storia, un grande portiere italiano (Gigi Buffon) non ha avuto un vero rivale. Combi ebbe Ceresoli e Olivieri, Ghezzi ebbe Buffon, Albertosi ebbe Zoff, Zoff era un mito eppure ebbe per contemporaneo Castellini, Zenga ha poi avuto Tacconi. Stop. Dopo sono arrivati buoni portieri (Pagliuca, Marchegiani), ottimi (Toldo) e dal 2000 in poi un solo grandissimo: Buffon. Più che di Sacchi e degli zonisti, forse la colpa è stata un po' di Blatter. Voi come la pensate?

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