![buffon12-50057439](http://carotenuto.blogautore.repubblica.it/files/2014/01/buffon12-50057439-300x225.jpg)
Da un calcio che privilegiava le difese si passò a un calcio preoccupato di tutelare gli attaccanti. Da allora sono arrivati via via (cito in ordine sparso): l'abolizione del fuorigioco in linea, il fallo da ultimo uomo, il cartellino rosso per il fallo in caso di chiara occasione da gol, l'obbligo per il portiere di giocare con i piedi sul retropassaggio del difensore, l'obbligo di non tenere il pallone fra le mani per più di sei secondi, il via libera alle finte sul calcio di rigore, la tripla sanzione per il portiere che commette fallo in area (rigore contro, espulsione in caso di chiara occasione da gol e squalifica successiva). Voglio dire che dal 1990 a oggi essere un numero 1 ha comportato nuove difficoltà. Saper parare non basta più. La scuola tecnica italiana forse si è adeguata tardi, forse ancora sconta un ritardo tecnico, una mancanza di maestri moderni: non credo che tutti i portieri stranieri arrivati in Italia siano qui solo perché più economici. Ce ne sono di bravi, più bravi dei nostri giovani. Non abbiamo saputo interpretare i cambiamenti, cosa che in altri Paesi hanno saputo fare. Per la prima volta nella storia, un grande portiere italiano (Gigi Buffon) non ha avuto un vero rivale. Combi ebbe Ceresoli e Olivieri, Ghezzi ebbe Buffon, Albertosi ebbe Zoff, Zoff era un mito eppure ebbe per contemporaneo Castellini, Zenga ha poi avuto Tacconi. Stop. Dopo sono arrivati buoni portieri (Pagliuca, Marchegiani), ottimi (Toldo) e dal 2000 in poi un solo grandissimo: Buffon. Più che di Sacchi e degli zonisti, forse la colpa è stata un po' di Blatter. Voi come la pensate?
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