giovedì 10 luglio 2014

I gol di Chilavert

chilav2 La cosa è più comune di quanto si pensi. State prendendo la rincorsa, andate verso la palla per calciare un rigore - o una punizione - e dietro di voi spunta di corsa un altro ragazzino che batte al posto vostro. Batte e ride.
Io quelli così li odiavo e vi confesso che li odio ancora. Vuoi battere al posto mio? Dimmelo. Ti ho detto di no e vuoi calciare lo stesso? Bene, allora corri, fai lo scorretto: arriva alle spalle e batti. Ma non devi ridere. Io non ci trovo niente da ridere. Questa era la cosa che mi piaceva fare da bambino. Tirare i rigori. O le punizioni. Invece mio fratello mi sbatteva sempre in porta, José stai lì, diceva,ne basta uno di Chilavert in attacco. Bastava lui. Questo intendeva. E se sono diventato un portiere è tutta colpa sua.


Poi sono diventato anche un rigorista. Ma questo lo devo soltanto a me. Successe tutto all'improvviso. Il giorno del mio debutto in nazionale. Paraguay contro Colombia. Siamo 1-1 e all'ultimo minuto ci danno un rigore. Non so come mi uscì. Faccio: Lo tiro io. Gli altri mi guardano. Non lo dicono, ma è chiaro che stanno pensando che io sono matto. In allenamento mi avevano visto calciare i rigori. Anche meglio di tutti loro. Ma quello mica era un allenamento. Fu in quell'attimo di incertezza generale che mi infilai. E' l'ultimo minuto, anche se sbaglio non avranno il tempo di correre dall'altra parte e farci gol. Li convinsi così, con queste parole. Non ebbi la sensazione che si fidassero molto, in cinque andarono a piazzarsi davanti alla linea della porta. Racconterei una bugia se dicessi che le gambe non tremavano. Ma andai sul dischetto e feci gol. Il primo di 62 gol. Okay, okay. Sarà pure vero che l'ultimo me l'hanno fatto segnare di proposito, nella notte del mio addio al calcio. Ma gli altri? Tutti gli altri? Direte: certo, che fatica, su calcio di rigore. Come se fosse facile. Un rigore devi sempre segnarlo. E comunque ne ho fatti pure 15 su punizione e 2 su azione. Sì, alla fine comandavo io. Non ce n'erano più di ragazzini che arrivavano di corsa da dietro per battere. E neppure gente che intorno a me rideva.

 

chilav    Non ho mai mai segnato in un mondiale, questo è il mio vero rimpianto. Ne ho giocati due. Il secondo avendo per ct quell'allenatore italiano che aveva avuto pure un figlio in nazionale. Arriva il signor Maldini e mi affronta a muso duro, domanda Hai qualcosa contro un allenatore straniero? No, gli dico io. Meglio, fa lui, perché da oggi qui comando io. Ci tolse carne, zuppe, cocomeri e meloni. Disse che pasta e riso andavano meglio. La cosa peggiore fu che mi tolse pure le punizioni. Sta' in porta, tu, poi vediamo. Era peggio di mio fratello. Gli stranieri. I francesi si permisero addirittura di tenermi in panchina. Successe allo Strasburgo. Mi hanno pure dato sei mesi di carcere perché dicono che io abbia falsificato dei certificati medici per rescindere il contratto. Io volevo solo andarmene di lì, ecco qual era il punto. Volevo tornare in un posto dove tutti fossero felici di avere con loro José Luis Chilavert. Ho partecipato a un reality. Commento calcio in tv. Ho investito denari in America. Ma denari veri. E un giorno mi piacerebbe essere il presidente. Non di una squadra di calcio. Dico del Paraguay. E vediamo se arriva uno straniero a togliermi cocomeri e meloni.

(Come per l’intera serie, le parole liberamente attribuite a José Luis Chilavert sono state ricostruite attraverso libri, interviste e altre fonti storiche, e sono tutte ispirate a fatti realmente accaduti)

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