TUTTO quello che si può sbagliare da genitori, con la falsa pretesa di essere nel giusto. I padri, come i commissari, in libreria non smettono di moltiplicarsi, nella scia dei lavori di Massimo Recalcati e Michele Serra. Ma con Mia figlia spiegata a mia figlia Dario De Marco, nella sua scanzonata citazione di Tahar Ben Jelloun, non teorizza: mostra la realtà. Dall'esordio di quattro anni fa il narratore sperimentale e anticonvenzionale fa un passo avanti e consegna stavolta addirittura un non-libro, una specie di blog di carta, effettivamente nato come costola del suo diario in rete "Solo Papà". È il racconto di un'ossessione quotidiana che danza sulla soglia della paranoia, spiritoso, auto- ironico, profondo senza mai dare l'impressione di pretendere d'esserlo. Un'intera galleria di sfumature psicologiche viene radiografata attraverso tic e nevrosi, per descrivere l'annullamento di se stessi di fronte al bebé. «Ma ce l'abbiamo un nome di battesimo anche noi, da appiccicare su queste occhiaie, su questa giacca sporca di omogeneizzato?».
(Repubblica, 6 luglio 2014)
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