giovedì 19 giugno 2014
Topo Gigio e i soprannomi del calcio
Ci sono due Pinza, tre Topo Gigio e addirittura sette "Pelé bianco". Ma esiste un solo Palo 'e fierro. I due Pinza sono Roberto Anzolin e Lido Vieri, portieri di Juve e Inter, uno negli anni '60, l'altro nei '70. I Topo Gigio sono Giacomo La Rosa, Javi Moreno e Juan Riquelme. Ci sono soprannomi che già da soli dicono tutto di un calciatore. Furio Zara e Nicola Calzaretta li hanno raccolti e messi in fila, inventandosi un irresistibile dizionario dei soprannomi del calcio, dal titolo "L'abatino, il Pupone e altri fenomeni" (Rizzoli, 395 pagine, 14 euro), con tanto di prezioso indice dei nomi finale. Zara si era già dedicato qualche anno fa a mettere insieme un elenco di presunti campioni rivelatisi brocchi, pubblicando "Bidoni" (Kowalski, 2006), 100 storie di comparse (da Aaltonen a Zavarov) spuntate nel calcio italiano dal 1980.
Tra i soprannomi abbondano gli animali: Lumachina era Prohaska, Foca era Italo Acconcia, Faina era Roberto Salvadori. Ma il lavoro che non si ferma dentro i confini italiani: se non lo ricordavate, Alan Shearer era Mary Poppins.
Un elenco di nomi e di motivi. Aguero è il Kun perché da bambino si divertiva a imitare il protagonista del cartone Kum Kum il Cavernicolo. Oppure Beppe Iachini, detto Cozza, dopo che in allenamento Roby Baggio lo aveva aperto in due con un tunnel. E ci sono quelli che i soprannomi li hanno cambiati, come Garella, passato da Paperella a Garellik.
Ma il nome più citato nel volume è quello di Gianni Brera, che i soprannomi li metteva e restavano in eterno. Un libro che si legge anche cominciando da pagina 137 e tornando indietro, che si consulta, che fa ridere e mette in moto i ricordi.
Ah, un'ultima cosa. Palo 'e fierro era Bruscolotti.
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