Deve essere la spending review. Due tunnel al prezzo di uno. Doble caño, genialidad, scrivono in Spagna. Una cosa mai vista. Non è solo celebrazione di Neymar. E' anche la riabilitazione di un gesto che in genere porta su di sé un marchio di colpevolezza. Il tunnel è irriverenza, è superiorità tecnica che passa per oltraggio, è l'offesa dell'iperdotato ai piccoli uomini normali come noi. E' provocazione, umiliazione, provoca frustrazione. Quella volta che Maximiliano Rodríguez, centrocampista del Gremio, non si accontentò di farne uno, ma ne azzardò un secondo, e nella stessa azione poi finanche un terzo, l'avversario del Nautico che aveva di fronte lo sollevò in aria con un calcione. A molti parve giustizia.
Il tunnel infiamma e irrita. Se lo sbagli, regali la palla agli avversari e una bestemmia al cielo. Il tunnel è coraggio, come sa bene Aurélien Chedjou, difensore del Lille, che un anno fa ne regalò uno a Ibrahimovic. Zlatan si fece una risata. Non Maradona, che nella sua prima estate italiana, era il 1984, ne subì uno in amichevole dal portiere del Grosseto, Gino Ferioli. "No tunnel a pibe de oro", si vantò di aver sentito in campo Ferioli. Maradona smentì. Disse di essersi arrabbiato non per il gesto in sé, ma per essere stato deriso subito dopo. Il tunnel, del resto, la derisione la porta con sé, come sa Omar Sivori, che ne fu l'interprete supremo e sfacciato, e come sa bene pure la Gelmini. E' il gesto degli spiriti liberi, figurarsi poi un tunnel doppio. Il doble caño, che forse a questo punto potremmo chiamare spiedino.
Il copyright dello spiedino è di Emilio Marrese
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