C'è un libro che non leggeremo. Massimo Astio è uno scrittore esordiente. Si dice nato a Gambatesa, in provincia di Campobasso, giura che il calcio è la sua passione, «il sentimento anti juventino la mia fede». Massimo Astio, ovviamente uno pseudonimo, ha compresso questa sua fede in un volumetto di un centinaio di pagine. «La bibbia del tifo anti bianconero», lo chiama così. Una galleria di battute e barzellette, di quelle che regolarmente circolano sul web. Nulla di originale. I rigori regalati, l'arbitro che per osservare il galateo non si presenta mai a mani vuote alle partite della Juve, il canale YouRube su cui vederei video. Cose così. Un libriccino che si presenta come «irresistibile catalogo con le peggiori malefatte della Vecchia Signora». Quali? La solita ricostruzione storica degli episodi (il gol di Turone, il rigore di Iuliano, l'arbitro Wurz), un po' di oleografia contro, qualche battuta estrema sui muscoli di Vialli e Del Piero.
Ma il libro di Massimo Astio nelle librerie non c'è più. Ritirato. Per decisione spontanea di Rizzoli, la casa editrice. Il punto è il titolo: "100 buoni motivi per odiare la Juve". Il punto è in quel verbo. Odiare. «Mi è sembrato di cattivo gusto, poteva accendere tensioni di cui non si avverte il bisogno», spiega al telefono da Francoforte Massimo Turchetta, direttore generale di Rcs Libri. Stampato in duemila copie, il libro di Astio s'era preso la libertà di fermarsi a 98 motivi, «ma 100 sul campo». Doveva essere il primo di una serie. Poi sarebbero venuti i 100 motivi contro l'Inter e i 100 contro il Milan. Titoli simili esistono già, editi qualche anno fa da Newton Compton. E un "Vangelo del vero anti juventino" era uscito nel 2005 a firma di Gian Paolo Ormezzano. Ma è il contesto a essere cambiato. «Avevamo scelto di iniziare con la Juve - spiega Turchetta - perché è la squadra vincente del momento. Voleva essere uno stupidario, adesso non è il caso». Il progetto non muore qui. Forse torneranno giorni più adatti, di certo cambierà il titolo. Sparirà il verbo odiare. Dal titolo e dalle pagine, una parola accostata a Moggi, a Bettega, a Montero. «Penseremo a termini meno bellicosi». E la Juve? «Credo non si sia neppure accorta di questo libro». Il paradosso è che una casa editrice avverte il bisogno di ritirare un suo volume dal mercato, mentre il mondo del calcio parla di goliardia per i cori di questi giorni, molto meno innocui.
(Repubblica, 11 ottobre 2013)
Nessun commento:
Posta un commento