E allora, insomma, per chi tifiamo? Noi napoletani, dico. Se fosse il mondiale del 1510, non ci sarebbero storie. Saremmo sudditi della corona spagnola e di Ramon Folc III de Cardona, vicere di Napoli nominato da re Ferdinando II d'Aragona. La Spagna sarebbe a pieno titolo la nostra nazionale. Oppure deve pesare l'effetto Rudy? L'effetto Rudy è quel sentimento favorevole all'Olanda introdotto a Napoli da Krol, il libero della generazione di Cruyff che venne a giocare da noi nel 1980. Portava la maglia numero 5, e tutti i bambini di Napoli volevano quella maglia lì. Fu un Maradona prima di Maradona. Tendeva il braccio nell'aria, puntava l'indice nel vuoto e dalla sua area di rigore, la nostra area di rigore, lanciava la palla esattamente lì dove finiva la traiettoria immaginaria cominciata dal suo dito. Sui piedi di tale Claudio Pellegrini, uno a cui il Divino Rudy fece segnare 11 gol, e il Napoli arrivò terzo (era primo a 5 giornate dalla fine).
Certo, fummo spagnoli, e in fondo lo siamo tuttora nel tratto genetico, sovrapposto al seme svevo e sopravvissuto alle mutazioni politiche. Ma bisogna tifare per la Spagna perché ci ha lasciato i Quartieri spagnoli o tifare contro la Spagna per lo stesso motivo: per quel massacro urbanistico e sociale cominciato con la loro dominazione? Se fosse così, sarebbero un po' nostre anche le nazionali di Francia, di Austria e di mamma Grecia.
Fummo tutto questo. Ora siamo una città espulsa dalla storia. Siamo meridionali di un'Italia che guarda con un accanimento senza precedenti a tutto quello che succede da Scauri in giù. Ieri, sul Corriere della sera, Panebianco parlava di reciproci pregiudizi fra nord e sud. Mancava una riflessione sul fatto che i pregiudizi del sud sono sterili, quelli del nord generano mortificanti scelte del governo. Sul fatto che il nord è stato davvero colono nel dopoguerra. Che ha aperto filiali di industrie al sud con soldi pubblici e materiali di seconda mano, facendosi in questo modo sostenere la sua riconversione industriale. Che è venuto in Campania a scaricare i suoi rifiuti tossici. Fino al più grande scippo della storia: portar via i fondi Fas e usarli per pagare le multe - le multe, non investirli a sostegno - degli allevatori del nord per le quote latte. Per tacere della ferita Pomigliano. Sono pregiudizi, questi? E' indicativo il lapsus in cui incorre Panebianco. Quando deve immaginare un futuro senza sud (modello Slovacchia, lo chiama), gli viene in mente che in questo modo l'Italia smetterebbe d'essere uno dei 4 grandi paesi d'Europa. Stop. E dunque siamo superficie e densità, siamo pagine di un sussidiario di terza elementare. Come ha scritto su La Stampa qualche settimana fa lo scrittore calabrese Mimmo Gangemi, non c'è una sola voce del sud che possa replicare con credibilità, non c'è "politico che possa alzare ascoltata la parola".
Certo che Krol era bello.
1 commento:
speriamo vinca l'olandaaaa :)
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