venerdì 23 marzo 2012

Pino, Enzo e Joe

Le cinque cose imparate dai tre dischi di artisti napoletani usciti più o meno contemporaneamente
La Grande Madre (Pino Daniele) Black Tarantella (Enzo Avitabile), Respiro (Joe Barbieri).


1) Paroliere, compositore, musicista o esecutore? Il Pino Daniele più gradevole in questo disco è il chitarrista. Il pezzo che alla fine del disco viene voglia di riascoltare per primo è The Lady of My Heart, solo musica, una cosa che sarebbe stata benissimo nella colonna sonora di Ricomincio da tre. Per capirsi. Anche se poi finisce un po' troppo alla Santana.
2) Il Pino Daniele che fa il vero Pino Daniele si trova in un duetto del disco di Enzo Avitabile, il pezzo si chiama E' ancora tiempo.
3) Joe Barbieri si è permesso un disco delicatissimo e raffinato, con testi in cui può parlare di gerani e scrivere l'aggettivo "sparuto", il verbo "implodere" oppure "amplessi cortesi". Cose così. Io lo candido a disco italiano dell'anno. Soprattutto per un pezzo che è il nipotino di Parlami d'amore Mariù, sembra un lettera ma non è Scrivimi (Nino Buonocore) e si intitola Scusami. "Se ti ho perduta così, se mi addormento e non sei qui scusami, se non ti ho portato il mondo, se hai creduto e non c'ero, se ho bisogno di te, tu scusami".
4) Il piano di Stefano Bollani in "Un regno da disfare" (sempre Barbieri) è pazzesco.
5) Pino Daniele, e non una volta sola, mette al centro della costruzione delle canzoni un nuovo passaggio melodico, nuovo per lui, calando l'accordo maggiore principale di un tono secco. (questo l'ho scritto più che altro per spararmi una posa).

Altre cose che girano intorno a Pino Daniele
I trent'anni di Nero a metà
Basta

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