Il disco più bello uscito a marzo si chiama Home Again. E' di Michael Kiwanuka, 24 anni, figlio di rifugiati ugandesi in Inghilterra. Lui ha cominciato come supporter di Adele. E' al suo disco d'esordio, dove ha messo insieme anche un po' di cose cantate in concerto finora. C'è tanta anima dentro. E il disco comincia con questa piccola perla qui. Conservati bene, ragazzo.
3 commenti:
Le stucchevole diatribe: è meglio messi di maradona, è meglio maradona di pelè e via discorrendo, non vale per la musica. lì due dischi su una bilancia è possibile metterli. ho preso un mese e un anno a caso: marzo 1982 (sono solo 30 anni) e su quel piatto trovo: The Concert in Central Park di Simon & Garfunkel - Beautiful Vision di Van Morrison - Nick the Knife di Nick Lowe - The Name of This Band is Talking Heads e tanti altri.. tu cosa metteresti sul piatto del 2012?
Bella sfida. Io la penso così:
1) Il 2012 non è finito. Facile, dirai. Allora fermandomi al 2011 ti dico che fra trent'anni diremo che non c'è più un disco come Helplessness Blues dei Fleet Foxes.
2) Molte suggestioni sono rese più forti dal tempo che passa. La musica, più d'ogni altra forma artistica d'espressione - e tu lo sai meglio di me - si impasta con i nostri ricordi, le nostre emozioni, si impregna di ciò che abbiamo vissuto in compagnia di quelle note. Tu mi parli di 1982. Avevo 16 anni. Pensa che mi pare indimenticabile finanche She's A Lady di Richard Sanderson.
Detto questo, del 2011 ho amato Rome dei Danger Mouse, che cita Morricone: proprio perché tengo un'età.
posso dichiararmi d'accordo, sopratutto sul punto 2. Poi però scorro i post di mia figlia di 16 anni, quelli di mio figlio e dei suoi amici 25enni e non trovo fleet foxes (a me piacciono, senza amarli) o altri contemporanei, trovo Bob martley, pink floyd e tanti altri di quei tempi, poi nei post dei nostri coetanei trovo rimandi ad artisti di ora. C'è qualcosa che non va nella musica.
Non ho soluzioni ma una diagnosi: la musica è in coma ormai da anni. Non nasce più niente di veramente rilevante dai tempi del punk e del rap dei ghetti. Nulla con cui rivitalizzare la musica.
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