domenica 26 agosto 2012
Zeman, sette anni dopo
Zeman infila cinque parole decisive dentro lo spazio di un' ora, sei sigarette e molti sorrisi. «Io voglio solo fare calcio». Con le rughe di un vecchio capo sioux offre il calumet della pace. Dopo le farmacie e le Borse. Lui. Il nemico. Il profeta. Il martire. Il cavaliere. L'eretico. L'uomo a cui è facile porgere la parola Juve per farlo scattare. Basta. Zeman pianta queste cinque parole nel terreno avvelenato del calcio italiano, e ora vediamo chi le vuole innaffiare. Ha gli occhi di Noodles-De Niro che torna a casa in "C'era una volta in America". Che cosa hai fatto in tutti questi anni? Sono andato a letto presto. Noi sette anni senza Zeman, lui sette anni senza serie A.
Zeman, poi arriva la Roma. E lei dice: è la mia ultima occasione. Non ci credeva più?
«È che mi sento vecchio. Non ho più voglia di strillare. Fra poco smetterò. Dicevo di voler arrivare a 80 anni, non a questi livelli».
venerdì 24 agosto 2012
Toledo Suite
Yorick si fa capire. Sa come chiedere di uscire al suo padrone. Esige un po’ di fresco. Enzo Moscato in casa ha un cane che si chiama come il teschio di Amleto, coerenza di un uomo che vive immerso nel teatro. Lavoro, terapia, dedizione. Dice che il teatro è sempre uno scontro, che in fondo nasce così, così deve, mescolando lingue e registri. E’ lo stesso che fare poesia. E’ lo stesso che fare canzone. “Perché si può rinunciare a tutto, in ogni epoca, tranne che alla voce”. Messaggio da tempo di crisi. La voce è carezza e pugnale, strattona e accompagna, ferisce e guarisce, così la adopera Moscato, uno che per intendersi ha riversato il To Be or Not To Be dentro la tessitura di Anema e Core. Spaesando la sua arte si svela. Ora va a darne testimonianza al Festival della mente di Sarzana, nona edizione dedicata ai processi creativi, al via da venerdì prossimo 31 agosto. Il programma della direttrice Giulia Cogoli ha cucito insieme incontri, spettacoli, lezioni e concerti intorno al tema della diffusione della conoscenza come valore irrinunciabile.
sabato 18 agosto 2012
Volete più bene a vostra moglie o alla vostra squadra?
C'è sempre uno zio che pone ai bambini una domanda atroce. La più atroce fra tutte. A chi vuoi più bene: a mamma o a papà? In Inghilterra, nella settimana in cui inizia il campionato di calcio, nel ruolo dello zio si sono calati i ricercatori dell'Università di Bristol. Hanno radunato una ventina di tifosi di una delle squadre più "calde" della Premier, il Newcastle, e hanno chiesto: ma voi a chi volete più bene, alle vostri mogli o al Newcastle?
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giovedì 16 agosto 2012
Noi del Montone fans club
Sotto il mio colpo la muraglia crolla
Al palio di Siena ha vinto il Montone. Che non ci riusciva dal '90. Era la contrada a cui mancava il successo da più tempo. Già per questo ci sarebbe da essere felici. Ma se nel cortile siamo due volte contenti è per via di un commesso di negozio, per via di questa storia qui.
L'oasi di Vendicari, o forse Frittole
Manca solo un passaggio a livello. Altrimenti sembrerebbe Frittole, e non chiedetemi cos'è Frittole: per quello c'è Google. La riserva naturale di Vendicari è lunga 8 chilometri, con 1.500 e passa ettari di agrumeti, uliveti, pantani, saline, sabbia, mare. E il vento, madonna, che meraviglia il vento di Vendicari. Qui vengono a fermarsi duecento specie di uccelli durante la loro migrazione verso l'Africa. E aironi, fenicotteri, cicogne, gabbiani.
venerdì 10 agosto 2012
Perché il Settebello si chiama così
E' l'estate
del '37, quando nella pallanuoto sbuca la parola Settebello. Nasce su una carrozza ferroviaria di
terza classe, in un paese della Versilia. La Rari Nantes Napoli sta tornando a
casa dopo la solita trasferta a Genova, nel solito vagone da pochi soldi. Nei
pressi di Viareggio, lì il treno s'affolla. Salgono un bel po' di biondine
dai tratti gentili. Tedesche, non c'è dubbio. Sono gambe lunghe e occhi chiari
al seguito della propaganda nazista. E ai giocatori napoletani gira la testa. Mimì Grimaldi, uno dei giocatori, è stato spettatore l'anno prima ai Giochi di
Berlino, dove gli sprint di Jesse Owens hanno fatto bollire di rabbia i baffetti
di Hitler. Sulle tribune olimpiche ha imparato qualche parola di tedesco. Cosi,
si butta. "Wir sind sieben", dice, siamo sette. "Schon", belli. "Sieben schon",
sette belli.
martedì 7 agosto 2012
L'estate lenta
Una scena da "Hot Spot" di Hopper |
Ho prenotato una macchina.
Il loro sguardo si alza un istante, giusto uno. Ora arrivano. Ora che finiscono. È il concetto di "ora" che va resettato. Chiedete a un romano quanto si impiega a piedi per andare in un posto che dista 800 metri, risponderà aeeeeeh, ce vojono 20 minuti, nun conviene, meglio aha metro. Chiedetelo a un siciliano, e saranno due minuti.
giovedì 2 agosto 2012
La Sicilia, Goethe e il default
Catania è laggiù, un grumo scuro rigettato da un ciclope. Quando l'aereo va a cercarla con la sua punta di ferro, si fa accogliente e bugiarda. Ti promette il mare e ti mostra per primi i suoi monti, il suo deserto scabro. Catania è femmina, anche se non lo dà a vedere.
Le nuvole sono sparite, sono sopra, boh, o sono dietro. Eppure è sempre di nuvole sulla Sicilia che discute il mondo quando di Sicilia parla. Gli sprechi, la spesa pubblica, il default. Un format. Lo steward che serve acqua frizzante dentro un cilindro di cartone, un attimo fa diceva che lui Lombardo non l'ha votato mai, ma che da Lombardo si aspettava altro. Tipo? Una risposta migliore a Formigoni, ribatte. Quando quello lì gli ha fatto su twitter la battuta del cognome, che pareva Totò, o peggio ancora Grillo, peggio - lo vuole precisare - perché i film di Grillo non facevano ridere proprio a nessuno. "Di Lombardo ha solo il cognome", se lo ricorda cosa scrisse Formigoni su Twitter? Lombardo avrebbe dovuto rispondergli che invece lui è delle formiche ad avere solo il cognome, che avrebbe dovuto chiamarsi Cicaloni con le vacanze che fa, e noi qui a spremerci il sudore e il sangue. Cicala, altro che formica.
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