INSIEME alle mezze stagioni, signora mia, non ci sono più nemmeno i difensori di una volta. Chi ha quelli bravi, se li tiene. Non li vende mica. In giro si dice così. E il sospetto che questa voce sia attendibile, domenica sera a Mihajlovic è venuto. Guardando i nuovi. Gli avevano raccontato che gli scudetti si vincono con la difesa, anche se ogni volta che vede partire Galliani da Milano, lo vede poi tornare con un contratto firmato da un centravanti, si sa come sono i romantici. Per fortuna Sinisa è uomo di citazioni. Che Guevara, Kennedy, Walt Disney. Perciò non può essergli sfuggita la verità che ci ha lasciato in consegna John Madden, americano del Minnesota, fra i più celebrati allenatori di football, secondo cui «l’attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite». Allora Mihajlovic s’è fatto comprare un paio di centrali, salvo scoprire che - maledizione - forse è proprio così, chi ha quelli bravi davvero se li tiene.
Prendiamo Romagnoli. Erano dodici anni che una squadra italiana non spendeva tanto per uno che di mestiere non fa gol. L’ultimo era stato Nesta, proprio al Milan, trentuno milioni nel 2003 per convincere la Lazio a privarsene. L’anno prima, nell’ultimo mercato in lire: Thuram alla Juve per settanta miliardi, Stam alla Lazio per circa cinquanta. Ora, nella scia di questi tre monumenti, succede che sotto il peso dei venticinque milioni di valutazione il giovane Alessio scivoli su Ilicic in area di rigore, provando a sottrargli una gamba. Rigore per la Fiorentina. Oddio, può capitare. Il guaio è che capita nella stessa sera in cui Rodrigo Ely, 21 anni, brasiliano del sud, debutta accanto a lui in serie A. Accanto a lui per modo di dire, e a dire il vero abbastanza di sfuggita. In mezz’ora prende un primo giallo per uno sgambetto a trenta metri dalla porta e un secondo cascando su Kalinic. Fuori. Sarà pure un peccato di gioventù, ma è già il sesto in carriera, più altri due rossi in Primavera. Quando due sciagure così succedono alla prima giornata, qualche domanda te la fai. Se non altro Ely l’hai preso gratis.
Da quando la A è ritornata a venti squadre, in 10 casi su 11 al primo posto s’è piazzato chi ha subito meno gol: si va dai 20 della Juve 2012 ai 34 dell’Inter 2007 e del Milan 2010. Comunque sia, meno di uno a partita. Per questo impressiona che delle squadre giudicate da prima fascia, la sola Inter sia riuscita a non prenderne. Le altre? Tutte a fare i conti con la dannazione dei difensori. Il Napoli deve migliorare lì dietro da anni, e stavolta la montagna ha partorito Chiriches. La Roma che credeva di essersi rinforzata con le cessioni di Astori e Yanga-Mbiwa, scopre il brivido di essere salvata dal portiere. Eppure si spende. Da tempo la A non si svenava tanto: 136 milioni per i difensori, la cifra più alta dopo i 165 del 2009. L’ultimo è Sandro, che la Juve aspetta a sinistra mentre rabbrividisce all’idea che le punizioni siano passate da Pirlo a Bonucci. Un tempo un difensore lo sbagliavi per un azzardo: si racconta che negli anni ‘90 il Napoli comprò tale Prunier, un francese, per un articolo pieno di elogi letto su France Football. L’Inter restò scottata scambiando Coco con Seedorf, e perfino Cannavaro preso a 23 milioni diventò un rimpianto. Magari ha ragione Galliani. Quasi quasi meglio comprarsi Ibra.
(la Repubblica, 25 agosto 2015)
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