Don Ciro ha battezzato un bambino "fuorilegge", e non lo sa: un bimbo che oggi in Italia non potrebbe nascere, il figlio di una fecondazione eterologa. Ogni martedì mattina, don Ciro indossa la stola e celebra una messa per le donne sterili della sua parrocchia, la chiesa di Sant'Anna, che la tradizione apocrifa voleva incapace di procreare, ma poi fu madre di Maria. Una liturgia per una trentina di signore, alle quali don Ciro ricorda che «anche voi siete madri per il solo fatto di essere donne». Ma a una di loro, un giorno, la consolazione venuta dall'altare non è bastata più. Ha smesso d' arrendersi all'infertilità, ha preso la strada che la portava a un neonato, e nove mesi dopo col bebè in braccio è tornata davanti allo stesso altare. Don Ciro fissa il vuoto per un secondo. «Io ho battezzato un bambino nato da fecondazione eterologa?».