giovedì 24 maggio 2007
Il partito di Berlusconi vota per l'uomo di Di Pietro
Il partito di Berlusconi vota per l'uomo di Di Pietro. Miracoli di Torre del Greco, dove le urne sono la tomba delle antipatie. Il candidato sindaco che conosce il segreto per seppellire ogni rancore si chiama Ciro Borriello. Trequartista nella Nazionale di calcio dei parlamentari. «Ho avuto i complimenti di Mazzola». Chirurgo plastico. «Sono un moderato che raccoglie i cocci». Pazienza se l'Italia dei valori sostiene il governo Prodi: a Torre i cocci intorno a lui sono di centrodestra. Pazienza se fra le liste che lo sostengono ci sono quelli che con Di Pietro litigano di più: Berlusconi, De Gregorio e Mastella. Gli mancano i socialisti, e gli davano il Nobel per la pace.
lunedì 7 maggio 2007
Lo chiamavano Peppiniello
Zucchero e farina, dopo undici anni spesi senza salire in barca. «Mio padre impastava solo a mano, ora abbiamo un macchinario di ultima generazione». Burro, vaniglia e undici anni senza gare con gli Abbagnale. «I clienti che passano di qui mi trovano al bancone col grembiule imbiancato e le mani sporche. Mi riconoscono. Chiedono. Vogliono sapere se sono proprio io...». è lui. è proprio lui. Quello che vinceva medaglie d' oro in giro per il mondo e che chiamavano Peppiniello. «Anche a casa. Peppiniello per tutti».
Giuseppe Di Capua dava la schiena ai fratelloni del canottaggio italiano. «Non mi sono mai sentito in ombra. Quando qualcuno citava gli Abbagnale, sapevo che dentro gli Abbagnale c'ero anch'io». Era il "con" del loro due. Era il ritmo. Col contacolpi tra le mani. Il timoniere. L'uomo che decide se è il momento giusto per accelerare o per controllare il vantaggio su quelli che inseguono, e con gli Abbagnale era quasi sempre così. L'ultima gara è del 5 maggio '96. Un otto. Ora Peppiniello impasta biscotti. «Poi si fanno lievitare e si mette tutto al forno per una ventina di minuti. Vendiamo solo al dettaglio». Una volta si compravano ai caselli dell'autostrada. Biscotti lunghi a forma di sigaro. Quelli di Castellammare.
Giuseppe Di Capua dava la schiena ai fratelloni del canottaggio italiano. «Non mi sono mai sentito in ombra. Quando qualcuno citava gli Abbagnale, sapevo che dentro gli Abbagnale c'ero anch'io». Era il "con" del loro due. Era il ritmo. Col contacolpi tra le mani. Il timoniere. L'uomo che decide se è il momento giusto per accelerare o per controllare il vantaggio su quelli che inseguono, e con gli Abbagnale era quasi sempre così. L'ultima gara è del 5 maggio '96. Un otto. Ora Peppiniello impasta biscotti. «Poi si fanno lievitare e si mette tutto al forno per una ventina di minuti. Vendiamo solo al dettaglio». Una volta si compravano ai caselli dell'autostrada. Biscotti lunghi a forma di sigaro. Quelli di Castellammare.
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