lunedì 6 giugno 2005

Stefano Desideri

Stefano ha gli occhi rossi e la voglia di sciogliersi dopo due giorni di paura e rabbia. «Andiamo un po' fuori, così fumo». Ha pianto a singhiozzi, come fanno solo i bambini e gli uomini veri. «Per la macchina di mio padre, a quelli lì, un ricettatore avrebbe dato 1.500 euro. Non uno spicciolo in più. Dico: si rischia d'ammazzare un uomo per 1.500 euro?». Accento toscano, abbronzato, la mascella e la basetta lunga. Quella che si dice una faccia pulita. L'unico figlio di Carlo Desideri, vent'anni, racconta l'angoscia e il furore che fin qui aveva dentro. Non era con suo padre giovedì, la sera dei colpi di pistola sparati ad altezza uomo per rubare la Bmw. Stava rientrando da Londra, dove da ottobre seguiva un corso di perfezionamento in lingua inglese.



«M'ha chiamato la mamma per dirmi tutto. Io ho rintracciato un ragazzo napoletano conosciuto in Inghilterra, lui ha uno zio che lavora in ospedale. Ci ha aiutato, così come ci hanno aiutato in tanti: i carabinieri di Casoria, i medici, il prefetto e il questore che si sono tenuti in contatto con noi». E' la Napoli che i Desideri vogliono ricordare. Solo che ce n'è un'altra con cui fare i conti. «Parlo con un mucchio di persone, in queste ore. Un poliziotto mi giura che certi ragazzini a 11 anni portano la pistola in tasca. Un' insegnante di scuola elementare mi dice che a inizio maggio i bambini si sono ritirati perché fa caldo. Ma si può? Dove sono quei bambini, cosa fanno tutto il giorno? Guardano la tv o vanno a ribaltare le auto ai poliziotti?».
Un'altra sigaretta. «Ma ai ragazzi di Napoli, ai miei coetanei, dico di non arrendersi. Se io fossi di qui non lo farei. Non scapperei. Nessuno sceglie dove nascere, ognuno di noi decide come vivere. Qui non si vive, si sopravvive, però esistono tanti modi per farlo, e certamente non si può andare in giro a sparare a uno che ha le mani sul volante. Non si può capire, o sono io che non ci riesco, mentre a Napoli avete fatto l'abitudine. In giro per il mondo c'è di peggio, certo, basta fare un giro a Bangkok: io speravo che l'Italia avesse istituzioni all'altezza dei suoi uomini onesti. Mi aspettavo anche di più da questo governo di centrodestra. Se sparano a uno importante, il giorno dopo li prendono. Se sparano al padre di un camorrista, lui va in strada a braccare i killer. In mezzo ci siamo noi. Più Stato, sento ripetere. Vabbè, più Stato. Ma due carabinieri mi hanno detto d'aver ricevuto un avviso di garanzia per aver sparato durante un'azione, e scopri pure che i poliziotti di Napoli guadagnano quanto quelli di Milano, mentre sui rischi non c'è confronto. I giovani di Napoli andrebbero invogliati a scegliere la via giusta. Qui ci sono troppi bambini allo sbando, qui bisogna cominciare a ricostruire dalle piccole cose». Un parcheggiatore abusivo, più in là, chiede un euro.

Repubblica Napoli, 5 giugno 2005

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