Cambiano i ct, cambiano i calciatori, ma della Nazionale oggi sappiamo le stesse cose di un anno fa: non vince. Finanche la ricerca delle ragioni è diventata uno stanco rosario di pensieri già pensati: gli stranieri, i giovani che non giocano, la crisi dei vivai. C'è in questa paralisi estrema qualcosa allo stesso tempo di casuale e di ineluttabile.
Casuale perché in questo triennio i club italiani hanno lasciato traccia nelle Coppe e le Nazionali giovanili acceso speranze; ineluttabile perché dopo la mancata qualificazione in Russia, la serie B in Nations League porterebbe altra sfiducia e depressione.