venerdì 22 aprile 2011

Ho rubato la pioggia

Pasqua, e si va fuori. Non tutti, ma qualcuno va. Poi l'estate, e si andrà al mare. Non tutti, ma tanti sì. E insomma se ora andando fuori, e poi magari al mare, capitasse di incontrare una persona che si presenta come Elisa Ruotolo, sappiate che di una scrittrice si tratta, e scrittrice vera, e allora trovate una scusa per dirle che il suo libro è bellissimo.
Ho rubato la pioggia. Questo è il titolo. Tre racconti. Il primo la storia di un centravanti fallito che da ragazzino chiamavano Molto Leggenda. Il secondo la storia di un altro ragazzino che scompare di casa, e delle sue zie, e di sua madre, e di un'Italia dove si gira ancora in calesse. E perciò ci sono certe scelte linguistiche che rendono in maniera magnifica quel tempo lì. Tipo:
Dopo il colpo sullo spigolo le era venuta in testa una vaghezza che nessuno sapeva darci un nome, e doveva essere una cosa complicata, importante, da stare al di sopra della scienza. Certi giorni parlava, parlava che era difficile frenarla due minuti, altri si metteva in uno spigolo o fissava la parete come se là sopra ci girassero le pellicole del cinematografo.
Il terzo lo sto leggendo ora, e non dico ancora niente, mica in questo blog devo fare tutto io.
Però insomma fatele i complimenti.
Anche se il libro non l'avete ancora letto.
Poi però leggetelo.

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