sabato 25 febbraio 2006

Lady Mastella e i listini

«Sarà solidarietà fra mogli, ma io non vedo qual è il problema». Parla Sandra Lonardo, la moglie di Clemente Mastella. La donna approdata in consiglio regionale attraverso il listino blindato di Bassolino, la donna che del consiglio è diventata il presidente e che ora vede la sua storia allo specchio nella vicenda della candidatura al Senato di Annamaria Carloni stabilita dai Ds.
Signora Lonardo, non sono scenari inopportuni?
«Tutta la mia solidarietà ad Annamaria Carloni. Questa si chiama discriminazione».


Discriminazione? Come nel Nepal.
«Parliamo di una donna preparata e sensibile. Perché non dovrebbero candidarla?».
E' opportuno dare l'impressione di avere vantaggi in famiglia?
«Ma quale vantaggio? Se hanno scelto di candidarla è perché la conoscono bene. La conoscono meglio di me e meglio di tutti. Ognuno ha il suo bagaglio».
Bagaglio insindacabile.
«La gente mi valuta per il lavoro che faccio».
Farebbe questo lavoro se non fosse la moglie di Mastella?
«Certamente».
La signora Carloni sarebbe candidata se non fosse la moglie di Bassolino?
«Certamente».
Nega che le vostre siano nomine calate dall'alto?
«Nelle scelte dei partiti non voglio entrare».
Nessun conflitto di interessi?
«Interessi? Quali interessi? La politica è servizio. E' impegno verso gli altri».
Una specie di volontariato.
«Ne ho fatto tanto, sa?».
Come altre donne che non sono al consiglio regionale né al Parlamento.
«Nessuno vieta loro di fare vita di partito e conquistare una candidatura. Io sono per le pari opportunità, poi scelgono i partiti».
Però qualche corsia preferenziale l'avrà avuta, o no?
«Non sa quanto soffro per certi giudizi. Cattiverie. A tanti livelli».
Discriminata pure lei.
«Vengo da esperienze mie. Ho guidato l'azienda del turismo di Capri».
Un'altra nomina.
«Ho dimostrato di essere capace».
La sola volta in cui è stata candidata, alle scorse politiche, non ce l'ha fatta.
«Ero in un collegio di ottava fascia».
Dice che dovevano darne uno migliore a lei e non ad altri?
«Non sono stata eletta per mille voti».
Di più.
«Era un collegio impossibile».
Calare i candidati dall'alto è democrazia?
«Non abbiamo votato noi quella legge».
C'è chi indica la strada delle primarie.
«Non credo nelle primarie, eppure sono cresciuta in America».
Ma le elezioni al Parlamento possono diventare una faccenda per segreterie?
«E lo dite a me? Sono d'accordissimo».

Repubblica Napoli, 24 febbraio 2006

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