DI COGNOME fa Jones, come tanti in America, ma uno dei tanti non è. Il nome è Dontae' , con l' apostrofo, così volle la mamma. «Le ho chiesto mille volte perché, ancora non lo so~». è l' uomo a cui si deve un bel pezzo di serie A, undici anni dopo. è l' uomo che ha fatto divertire prim' ancora che vincere, il solo per il quale verrebbe voglia di pagare il biglietto anche all' uscita. L' hanno chiamato incostante, svagato e bizzoso. Ha risposto con la media di 14 punti e 8 rimbalzi a partita. Jones il fenomeno, c' è scritto sul muro del Palablu di Monteruscello, dove stasera comincia il campionato (ore 18,15): Napoli-Biella. «All' inizio è stato difficile. Sono arrivato, e nella mia testa pensavo d' essere il migliore. è stato come tornare a scuola, ogni giorno dovevo crescere. Mi hanno aiutato Bucchi e Bartocci, gli allenatori, anche se sembravano in guerra con me». Ha dovuto faticare, e non gliel' avevano insegnato. «Da ragazzino sognavo il Superbowl, giocavo a football per la Stratford High School. Volevo fare il quarterback, invece mi mettono a correre. Corro e prendo botte, si sa com' è, mi stufo. Un giorno chiamo il coach e gli dico: ehi, non mi va. Se non tiro io la palla, vado via». Lo mandano via. Se proprio ci tiene a tirare una palla, affianco c' è un canestro.