C’è
chi offre una notte gratuita su 4 a Capri, l’isola che riapre la mitica via
Krupp dopo 30 anni. Sauna, bagno turco e doccia finlandese omaggio per chi invece
ne trascorre 3 a Ischia. Il Cilento mette in campo un bus per trasferimenti dall'aeroporto
napoletano di Capodichino, hostess a bordo, 3 corse al giorno, 10 euro. Si chiama
“Effetto Rincorsa”, alla vigilia della prima estate campana segnata dai danni
all'immagine per l’immondizia in strada. Il mare al tempo dei rifiuti. E’
caccia al turista indeciso. Campagne pubblicitarie, pacchetti low cost,
promozioni. Anche nei luoghi dove l’ombra nera dei sacchetti non è giunta, spulciano
i dati delle prenotazioni con la paura di un contagio, e col timore che le
strade tornino come a gennaio.
Le
disdette di Capodanno, il picco di febbraio, la debacle di Pasqua. Il turismo è
il settore più toccato da due righe infilate tra le centomila pagine degli atti
del processo in corso al tribunale di Napoli. "I danni all'immagine,
all'ambiente, alla salute sono di proporzioni a tal punto enormi da renderne
difficile una quantificazione anche approssimativa". Scrive così, il giudice Marcello Piscopo.
Enormi e inquantificabili. Non c’è associazione o categoria che non abbia
azzardato stime e accostamenti apocalittici. Come Confesercenti, che fa
confronti con l’11 settembre e parla di danni per 70 milioni. Come Confederazione
italiana agricoltori, che pensa a Chernobyl e usa la parola tracollo per
140mile imprese e 14 prodotti doc. Come Coldiretti, che col suo presidente regionale
Vito Amendolara aveva previsto perdite per 500 milioni e oggi dice "ci siamo avvicinati, ma almeno si sa che frutta
e verdure sono incontaminate".
Sono in tanti a scavare nell'immondizia
napoletana, per contare i soldi marciti lì dentro. Almeno 140 milioni, secondo
la sezione regionale della Corte dei Conti. Per ora. "La risonanza
internazionale degli ultimi tempi porterà a una rimeditazione degli
importi", così il procuratore Arturo Martucci di Scarfizzi nella sua
relazione annuale. Gli albergatori napoletani ne hanno calcolati 15 nel solo 2007.
Unionturismo, sede in Val d’Aosta, dice almeno 500. Gianfranco Fisanotti,
presidente, spiega perché: "Non è più una tragedia locale, ma nazionale.
Negli anni ’80 l’Italia era prima nel settore, ora siamo ventottesimi per
competitività. Non soffriranno Sorrento, Amalfi, Positano. Ma Napoli è un
simbolo. Se crollano i simboli è la fine. Di questa città, alla scorsa Fiera di
Berlino, si parlava come della cloaca del Mediterraneo".
Poi ci sono i piccoli e grandi danni di
ciascuno. I giudici di pace intimano ai Comuni di pagare rimborsi da mille euro
ai cittadini. Un hotel napoletano a 4 stelle ha licenziato un cameriere per “calo
di presenze da rifiuti”. Le scuole internazionali per i figli di lavoratori
stranieri tamponano disdette. Tra Lago Patria, Varcaturo e Licola, villette e
residence sono tornati in vendita alle cifre di 3 anni fa. Il mercato è
crollato del 65 percento. Luigi Aruta, titolare di agenzie immobiliari: "Scappano anche gli americani. Sono liberi 280 appartamenti gestiti dalla
base Nato". A Caserta, in piena
esposizione mediatica del dramma, sono piovute rinunce da squadre del Nord per
un torneo giovanile di basket. La Provincia opera per far nascere un parco
urbano nei pressi della Reggia, ma per i danni all'ambiente si trema lungo i 42
km di litorale legati a 5 depuratori, dove 126 milioni sono investiti in
bonifiche e dove si chiede a un evento di rilanciare l’immagine. Le chiamano le
“Mozzarelliadi”. Gli imprenditori balneari di Castelvolturno chiedono la
riduzione del canone demaniale.
La
Regione ha stanziato 20 milioni per lo stato di crisi. Claudio Velardi, assessore
al Turismo, racconta: "Le condizioni strutturali del ciclo rifiuti migliorano
lentamente. Il punto è che Napoli ha una struttura civile e umana assai fragile.
Vive di umori: picchi di esaltazione e fasi di depressione. Lo spirito pubblico
è crollato dinanzi allo schiaffo internazionale ricevuto". Così lui va al
porto ad accogliere i crocieristi con le sfogliatelle. Ha inventato i pacchetti
“Easy Napoli” e “Welcome Napoli”. Ha invitato la tv cinese. Ha programmato gli
eventi del 2009. "Alle fiere internazionali non bisognerà più portare il
simbolo dei Faraglioni, ma prodotti. La Spagna non vende i depliant
dell’Andalusia, ma pacchetti mirati. Meglio se tagliati su fasce d’età, o per
fasce di prezzi". E’ in vista un accordo con Google per trascinare le pagine
campane in cima al motore di ricerca. E aumentano i voli low cost, uno in più
da New York, nuovi collegamenti con Stoccolma e Copenhagen. Massimo Sansiviero,
rappresentante del consorzio Costa del Cilento, spiega: "Ecco perché nasce il
bus Cilento Express con collegamenti da Capodichino. In 4 ore vai da Linate
alla spiaggia di Palinuro, e in 5 ci arrivi dalla Germania".
Turisti
in fuga? Giù le tariffe. Secondo Amalfitano, ex sindaco di Ravello e coordinatore
dei piccoli Comuni, testimonia che "prezzi così bassi non si erano mai visti
in costiera amalfitana. I danni temuti hanno dato una scossa a chi sentiva di
non averne bisogno. So di migliaia di mail spedite dagli alberghi per fidelizzare
i clienti. In altri tempi non sarebbero partite". Stesso attivismo a Capri,
che come Ravello i cumuli in strada non li ha visti. Il sindaco Ciro Lembo è
autorizzato a un accordo con località laziali, per conferire lì l’immondizia: l’isola
ha una differenziata al 40 percento, Anacapri è al 60. Strade pulite, insomma.
Napoli è un discorso a parte. I soggiorni sono in calo dal 2005: non era mai
successo dai giorni del G7. Ovvio che il 2008 sia incubo e scommessa. L’hotel
Vesuvio sul lungomare ha chiuso il ristorante. Nel centro storico c’è chi offre
la prima notte gratis: "Se siete soddisfatti, rimanete". Stanno per
aprire 6 nuovi hotel: un 5 stelle, tre 4 stelle, due 3 stelle. Più 15 richieste
per nuovi B&B. Però gli albergatori si lamentano. Forse perché nel 2004 i turisti
sono cresciuti come non accadeva da 27 anni (2.195.192 presenze), e ogni flessione
da allora è un danno. Figurarsi coi rifiuti. "E’ stato come dopo il
colera", dicono. Il colera è dell’agosto ’73. Quando Napoli perse 450mila visitatori.
I 2 milioni e 202mila turisti dell’anno prima non sono stati più raggiunti. Dal
’98 Palazzo Reale non entra fra i 30 siti turistici più visitati d’Italia. C’entrano
solo i rifiuti? "Il picco di crisi, stavolta, si è verificato nei mesi
tradizionalmente di bassa stagione: gennaio e febbraio. Possiamo recuperare",
la lettura di Valeria Valente, assessore comunale, in contatto con un tour
operator russo per spostare in città un flusso di 200mila persone, indirizzato fin
qui in Sicilia.
Questa
è la battaglia del turismo, il settore più colpito dai "danni enormi e
inquantificabili" da rifiuti. Poi arriva il ponte del 1 maggio, i vigili in
strada sono pochi, i musei chiudono e il danno aumenta.
(uscito sul Venerdì di Repubblica il 16 maggio 2008)
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