sabato 24 maggio 2008

La caccia al turista al tempo dei rifiuti

C’è chi offre una notte gratuita su 4 a Capri, l’isola che riapre la mitica via Krupp dopo 30 anni. Sauna, bagno turco e doccia finlandese omaggio per chi invece ne trascorre 3 a Ischia. Il Cilento mette in campo un bus per trasferimenti dall'aeroporto napoletano di Capodichino, hostess a bordo, 3 corse al giorno, 10 euro. Si chiama “Effetto Rincorsa”, alla vigilia della prima estate campana segnata dai danni all'immagine per l’immondizia in strada. Il mare al tempo dei rifiuti. E’ caccia al turista indeciso. Campagne pubblicitarie, pacchetti low cost, promozioni. Anche nei luoghi dove l’ombra nera dei sacchetti non è giunta, spulciano i dati delle prenotazioni con la paura di un contagio, e col timore che le strade tornino come a gennaio.


Le disdette di Capodanno, il picco di febbraio, la debacle di Pasqua. Il turismo è il settore più toccato da due righe infilate tra le centomila pagine degli atti del processo in corso al tribunale di Napoli. "I danni all'immagine, all'ambiente, alla salute sono di proporzioni a tal punto enormi da renderne difficile una quantificazione anche approssimativa".  Scrive così, il giudice Marcello Piscopo. Enormi e inquantificabili. Non c’è associazione o categoria che non abbia azzardato stime e accostamenti apocalittici. Come Confesercenti, che fa confronti con l’11 settembre e parla di danni per 70 milioni. Come Confederazione italiana agricoltori, che pensa a Chernobyl e usa la parola tracollo per 140mile imprese e 14 prodotti doc. Come Coldiretti, che col suo presidente regionale Vito Amendolara aveva previsto perdite per 500 milioni e oggi dice  "ci siamo avvicinati, ma almeno si sa che frutta e verdure sono incontaminate".
   Sono in tanti a scavare nell'immondizia napoletana, per contare i soldi marciti lì dentro. Almeno 140 milioni, secondo la sezione regionale della Corte dei Conti. Per ora. "La risonanza internazionale degli ultimi tempi porterà a una rimeditazione degli importi", così il procuratore Arturo Martucci di Scarfizzi nella sua relazione annuale. Gli albergatori napoletani ne hanno calcolati 15 nel solo 2007. Unionturismo, sede in Val d’Aosta, dice almeno 500. Gianfranco Fisanotti, presidente, spiega perché: "Non è più una tragedia locale, ma nazionale. Negli anni ’80 l’Italia era prima nel settore, ora siamo ventottesimi per competitività. Non soffriranno Sorrento, Amalfi, Positano. Ma Napoli è un simbolo. Se crollano i simboli è la fine. Di questa città, alla scorsa Fiera di Berlino, si parlava come della cloaca del Mediterraneo".
   Poi ci sono i piccoli e grandi danni di ciascuno. I giudici di pace intimano ai Comuni di pagare rimborsi da mille euro ai cittadini. Un hotel napoletano a 4 stelle ha licenziato un cameriere per “calo di presenze da rifiuti”. Le scuole internazionali per i figli di lavoratori stranieri tamponano disdette. Tra Lago Patria, Varcaturo e Licola, villette e residence sono tornati in vendita alle cifre di 3 anni fa. Il mercato è crollato del 65 percento. Luigi Aruta, titolare di agenzie immobiliari: "Scappano anche gli americani. Sono liberi 280 appartamenti gestiti dalla base Nato". A Caserta,  in piena esposizione mediatica del dramma, sono piovute rinunce da squadre del Nord per un torneo giovanile di basket. La Provincia opera per far nascere un parco urbano nei pressi della Reggia, ma per i danni all'ambiente si trema lungo i 42 km di litorale legati a 5 depuratori, dove 126 milioni sono investiti in bonifiche e dove si chiede a un evento di rilanciare l’immagine. Le chiamano le “Mozzarelliadi”. Gli imprenditori balneari di Castelvolturno chiedono la riduzione del canone demaniale.
La Regione ha stanziato 20 milioni per lo stato di crisi. Claudio Velardi, assessore al Turismo, racconta: "Le condizioni strutturali del ciclo rifiuti migliorano lentamente. Il punto è che Napoli ha una struttura civile e umana assai fragile. Vive di umori: picchi di esaltazione e fasi di depressione. Lo spirito pubblico è crollato dinanzi allo schiaffo internazionale ricevuto". Così lui va al porto ad accogliere i crocieristi con le sfogliatelle. Ha inventato i pacchetti “Easy Napoli” e “Welcome Napoli”. Ha invitato la tv cinese. Ha programmato gli eventi del 2009. "Alle fiere internazionali non bisognerà più portare il simbolo dei Faraglioni, ma prodotti. La Spagna non vende i depliant dell’Andalusia, ma pacchetti mirati. Meglio se tagliati su fasce d’età, o per fasce di prezzi". E’ in vista un accordo con Google per trascinare le pagine campane in cima al motore di ricerca. E aumentano i voli low cost, uno in più da New York, nuovi collegamenti con Stoccolma e Copenhagen. Massimo Sansiviero, rappresentante del consorzio Costa del Cilento, spiega: "Ecco perché nasce il bus Cilento Express con collegamenti da Capodichino. In 4 ore vai da Linate alla spiaggia di Palinuro, e in 5 ci arrivi dalla Germania".
Turisti in fuga? Giù le tariffe. Secondo Amalfitano, ex sindaco di Ravello e coordinatore dei piccoli Comuni, testimonia che "prezzi così bassi non si erano mai visti in costiera amalfitana. I danni temuti hanno dato una scossa a chi sentiva di non averne bisogno. So di migliaia di mail spedite dagli alberghi per fidelizzare i clienti. In altri tempi non sarebbero partite". Stesso attivismo a Capri, che come Ravello i cumuli in strada non li ha visti. Il sindaco Ciro Lembo è autorizzato a un accordo con località laziali, per conferire lì l’immondizia: l’isola ha una differenziata al 40 percento, Anacapri è al 60. Strade pulite, insomma. Napoli è un discorso a parte. I soggiorni sono in calo dal 2005: non era mai successo dai giorni del G7. Ovvio che il 2008 sia incubo e scommessa. L’hotel Vesuvio sul lungomare ha chiuso il ristorante. Nel centro storico c’è chi offre la prima notte gratis: "Se siete soddisfatti, rimanete". Stanno per aprire 6 nuovi hotel: un 5 stelle, tre 4 stelle, due 3 stelle. Più 15 richieste per nuovi B&B. Però gli albergatori si lamentano. Forse perché nel 2004 i turisti sono cresciuti come non accadeva da 27 anni (2.195.192 presenze), e ogni flessione da allora è un danno. Figurarsi coi rifiuti. "E’ stato come dopo il colera", dicono. Il colera è dell’agosto ’73. Quando Napoli perse 450mila visitatori. I 2 milioni e 202mila turisti dell’anno prima non sono stati più raggiunti. Dal ’98 Palazzo Reale non entra fra i 30 siti turistici più visitati d’Italia. C’entrano solo i rifiuti? "Il picco di crisi, stavolta, si è verificato nei mesi tradizionalmente di bassa stagione: gennaio e febbraio. Possiamo recuperare", la lettura di Valeria Valente, assessore comunale, in contatto con un tour operator russo per spostare in città un flusso di 200mila persone, indirizzato fin qui in Sicilia.

Questa è la battaglia del turismo, il settore più colpito dai "danni enormi e inquantificabili" da rifiuti. Poi arriva il ponte del 1 maggio, i vigili in strada sono pochi, i musei chiudono e il danno aumenta.

(uscito sul Venerdì di Repubblica il 16 maggio 2008)

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