Adesso che i portieri avversari sanno, può darsi che escano meno dai pali. Cosi' i miei compagni in attacco avranno piu' spazio davanti per ripartire". Il suo ultimo gol non e' servito a rimettere in piedi la partita (persa per 13 - 8). Chissà se sarà utile a riaccendere un po' d'interesse intorno a lui. "Non vorrei passare solo per il portiere goleador - continua - i complimenti per le mie parate, insomma, mi fanno decisamente più piacere". Come quelli di Paolo De Crescenzo, allenatore dei campioni d'Europa del Themis Posillipo, che alla vigilia del derby all'andata ruppe la sua abituale riservatezza nel parlare di individualita' avversarie. "Chi temo? - disse De Crescenzo - Fabio Violetti. E' straordinario. Uno dei pochi in grado di innervosire gli attaccanti". Da ragazzino e' stato una grande promessa. Tanto da spingere il suo allenatore, Enzo D'Angelo, a dargli il posto da titolare a 17 anni e mezzo, nel bel mezzo dei playoff. Ha vinto con la nazionale i mondiali juniores in Egitto del '93 e quelli militari a San Pietroburgo nel '94. E ora che sta mantenendo quelle promesse, spuntano nuove ambizioni. "Alla nazionale ci penso, eccome. Non solo: per arrivarci ci lavoro duro. Rudic mi chiamò che avevo solamente 19 anni - ricorda Violetti -. Allora giocai un tempo contro la Romania. Poi basta, eppure un'altra convocazione mi farebbe veramente felice da morire. Quello e' il mio obiettivo, e se i gol possono servirmi a guadagnare la sua attenzione, ben vengano. So di avere dei rivali forti, come Attolico, Tadic, Gerini. Ma ho solo 24 anni, non posso sentirmi già un vecchietto. Lotterò". Con un modello: lo jugoslavo Alexander Sostar, ex Posillipo. "Per tre anni ci siamo allenati spesso insieme. Non credo di sbagliare se dico che e' stato il più grande di tutti i tempi". Anche se segnava meno.
(Gazzetta dello sport, 14 maggio 1998)
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