Discesa Coroglio, Napoli |
Il venti per cento degli impianti cittadini ha già smesso di farlo, così come non sono attivi i cartelli a messaggio variabile, quei display a bandiera che danno consigli e indicazioni su strade chiuse e disagi. Capodimonte, via Brin, Agnano. Chi viaggia in auto si sta abituando. è da metà dicembre che i semafori sono un problema, chissà se i poteri speciali e la cabina di regia riusciranno a metterli in riga. Il giorno nero è il 14 dicembre. Tutti spenti. Ma quella era una protesta. Furono i lavoratori della Self Sime, società del consorzio Olimpus, a tirare giù la leva e a lasciare al buio gli incroci. Avevano appena saputo di essere destinati a trascorrere il Natale senza stipendio, e di arretrati ce n' erano già un paio. Comune moroso da un anno, spiega la società. Due milioni e mezzo di euro di crediti vantati. Quella sera il sindaco convoca un vertice, e dalla stanza si esce con la promessa di sanare il debito ma pure con un gestore diverso, Napolipark, società nelle cui mani l' amministrazione intende via via concentrare tutto l' affare mobilità. Il servizio riprende, ma arrivano i guasti a cui far fronte. «Dateci qualche giorno. Una fase di avviamento è necessaria», chiese comprensione Michele Lopiano, l' avvocato che l' Udeur ha spinto per avere alla guida della società. Tre mesi dopo, il venti per cento dei semafori non è ancora attivo. è il "report" ufficiale dell' assessore Mola: 74 su 350. C' era il tempo per aggiustarne uno al giorno. Invece semafori al buio, altri sempre gialli, quello di Posillipo che non sa decidersi. Il viaggio tra gli incroci napoletani è pieno di stravaganze e brividi di paura. I bambini diretti allo zoo e a Edenlandia attraversano su strisce pedonali governate solo da un segnale lampeggiante. è spento il semaforo per gli studenti del Cuoco e del Vico. Il massimo del pericolo è viale Giochi del Mediterraneo, strada a scorrimento veloce, dove gli impianti un giorno funzionano e un altro no (ieri sì): l' asfalto è diventato un tappeto di schegge di fari e fanalini. Tutto spento a piazzale Tecchio: gli autobus escono dal loro stazionamento sulla fiducia. Non c' è traccia di regola nell' incrocio dinanzi lo stadio San Paolo. Nero totale in piazza Mazzini: per chi viene dal corso Vittorio Emanuele; per chi imbocca Salvator Rosa e per chi da lì scende; così come per chi arriva da via Battistello Caracciolo. La mappa del semaforo spento si estende da via Argine a Montagna spaccata, da via Galileo Ferraris a corso Secondigliano, da viale Maddalena a rione don Guanella. Una mappa che comprende l' ospedale psichiatrico di calata Capodichino e i vigili urbani della sesta unità di Chiaia: per tutti loro l' avventura di strisce pedonali da attraversare senza semaforo. Un disagio che fa addirittura tendenza. Spegnere un semaforo è persino diventata una soluzione per la viabilità. L' hanno fatto in piazza Municipio nel giorno del via al nuovo dispositivo: i vigili si accorsero che i semafori creavano più traffico. L' intervallo tra stop e via libera non era ideale. Self Sime chiede di riavere la gestione. Ha presentato ricorso al Tar. La sentenza è attesa il 9 maggio. C' è pure un decreto ingiuntivo nei confronti di Palazzo San Giacomo. Napolipark non fornisce spiegazioni.
(Repubblica Napoli, 13 marzo 2007)
2 commenti:
se tu prendessi la tangenziale per tornare a casa tutto questo non succederebbe
Sei pazzo? Settanta centesimi?
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