domenica 26 marzo 2006

Il Caimano visto da Forza Italia


Il Caimano con gli occhi di Forza Italia. «Ma no, non gli somiglia». Ah, no? «Berlusconi non porta cravatte rosse». Il Caimano con gli occhi di Fulvio Martusciello, 34 mila e 700 preferenze alle elezioni regionali di un anno fa. «Sicuro. All'epoca metteva le regimental». All'epoca. Autunno ' 93, quando Forza Italia nasceva, e a Napoli si costruiva sui fratelli Martusciello.

L'amaro calice di Nanni Moretti bevuto al Filangieri. «A una condizione. Non pago io il biglietto. Però compro io i pop-corn». Al cinema con Fulvio Martusciello, consigliere regionale di Forza Italia. Poltrona in ultima fila. Le quattro del pomeriggio. «Lo spettacolo per i bambini». Invece è pieno, quali bambini. Martusciello e i tre Berlusconi che sfilano sullo schermo. Gelido con la maschera di De Capitani. «Una rappresentazione forzata, e i costumisti hanno sbagliato tutto». Divertito con Placido. «Uno che stimo. Bravissimo». Critico con Moretti. «Irreale. Quel finale, poi. Non c'è un solo militante di Forza Italia che sappia come si costruisce una molotov». Sicuro? «Possiamo anche fare un sondaggio». Una signora fa shhh, diamine, silenzio. «La solita sinistra intollerante. Una donna di destra non l'avrebbe fatto». Scherza. Arriva con lo spillino di Forza Italia infilato nella giacca, nell'asola sinistra. Va via che non ce l'ha. Allora è vero che "il Caimano" sposta voti. «Ma no. Non li sposta. Dico: purtroppo no. Moretti non è Michael Moore, quello che fece vincere le elezioni a Bush girando il documentario con cui lo attaccava». "Fahrenheit 9/11". «L' ho visto in tv. Magari al cinema era più bello». Oppure è lo sguardo. «Di Moretti mi era piaciuto "Bianca"». "Il Caimano", no. "Il Caimano" visto con gli occhi di Forza Italia è «un' operazione mediatica di Moretti. Che furbo. Ha fatto un film sui temi a lui più cari in un contesto politico molto forte. Ma dopo il 9 aprile chi va a vederlo? Non mi pare neppure che rinfocoli la passione del popolo di sinistra. Non applaude nessuno». Un film con tanta Napoli. Silvio Orlando e Anna Buonaiuto, Paolo Sorrentino e una battuta su Aurelio De Laurentiis, «da quando s' è comprato il Napoli non pensa più al cinema». Napoli, domani Berlusconi è qui. In quella Mostra d' Oltremare dove si fermò nel '94, alla vigilia delle elezioni vinte. «Scaramanzia? Forse». Dinanzi alla parabola discendente del Caimano, Fulvio Martusciello ricostruisce quella di Fi a Napoli. «Fu un momento di esaltazione collettiva. Ascoltavamo la società. Candidammo degli sportivi, uno degli Abbagnale, e contattammo il calciatore Corradini. Candidammo anche 2 giudici, io stesso stavo per entrare in magistratura». Quando si dice le toghe rosse. «La discesa in campo, una ricostruzione frettolosa. La sinistra aveva preso l' 80 per cento dei sindaci con poco più del 40 per cento dei voti. Berlusconi doveva scendere in campo». Già, l' unto del Signore. «A Napoli, noi moderati non sapevamo bene come collocarci. Alle comunali, al primo turno, votai per Santangelo. No, no, un film brutto. Tranne quando Moretti parla della scarsa riconoscenza per Berlusconi. Ecco, lì centra un punto». E' cominciata la fuga. «Già da un po' . Ricordo al matrimonio di mio fratello Antonio. Berlusconi era il testimone. Il giorno dopo un parlamentare tra gli invitati, passò con Cossiga». Era Meluzzi.

Repubblica Napoli, 25 marzo 2006

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