L'uomo che ha aperto il caso con un documento di 300 parole, si chiama Vincenzo Russo. E' lui ad aver messo nero su bianco la denuncia dei consiglieri comunali «compulsati dal personale aggressivo di controllo» allo stadio, mentre in tribuna autorità «onorano con la propria presenza gli eventi sportivi», e perciò chiedono «posti centrali, uniformemente e in prima fila». Un chirurgo odontoiatra, presidente dei medici sportivi napoletani e ispettore dell' antidoping, in aula dal '92 come dc, poi tra i Popolari, oggi Margherita e fra 8 giorni nel Pd. Passando per i cda di Città della Scienza e del Centro agroalimentare.
Consigliere Russo, come si spiega un ordine del giorno così?
«Il principio è giusto».
Quale principio?
«Poniamo che un giorno arrivi Bush in città e voglia vedere la partita del Napoli».
Ecco. Poniamo.
«Dev'essere il Comune a invitarlo allo stadio e a gestire la tribuna d'onore. Non può essere De Laurentiis a stabilire dove deve sedersi Bush».
Lo fate per Bush, non per voi.
«Capisco l' ironia. In realtà con il primo ordine del giorno volevo essere ironico anche io».
Ironico?
«Sì, certe parole avevano questa intenzione».
Nessuna esagerazione?
«Ora esiste una versione migliore che sostituisce l'altra».
Ma i posti centrali, tutti vicini e in prima fila?
«E' giusto che noi siamo seduti tutti vicini. Invece capita di alternarsi, che so, a un carabiniere, a un magistrato».
Un fastidio, e poi quelli della Regione seduti davanti.
«Davvero. Non l'ho scritto per me. Ho tre tessere valide per andare allo stadio».
(Repubblica Napoli, 6 ottobre 2007)
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