Uno svincolo finisce dritto dentro un benzinaio. Chiuso. E' cresciuta l'erba oltre un metro d'altezza, e ora sulla strada che doveva collegare l'hinterland a Secondigliano vanno a buttarci gli elettrodomestici usati. Come in via Lucania, tra Melito e Mugnano, dove la rampa verso Napoli ostruisce la carreggiata per l'accelerazione in uscita da un parco privato. Un'altra sbuca a ridosso di un'azienda vinicola locale. Ovviamente chiusa pure questa. Altrimenti ti porti via una bottiglia di bianco, e ti trovi dentro il cofano di un camion. Un quarto svincolo non l'hanno neppure completato. Si sono fermati prima. Quando hanno capito che non sarebbe stato mai aperto, perché è stato progettato e costruito sulla corsia di sorpasso.
Con Grumo Nevano alle spalle, al chilometro 16 e 300 in direzione Lago Patria, per lasciare l'Asse Mediano bisognerebbe tagliare la strada a quelli che sfrecciano sulla sinistra. Ecco i raccordi fantasma, l'ultima condanna inflitta ai 40 milioni di veicoli l'anno che brancolano nella provincia a nord di Napoli. Asse Mediano, Circumvallazione esterna, ex statale 162 Dir. Dove la burocrazia uccide le strade. Il delitto perfetto è fra le gigantesche insegne dell'ipermercato Auchan. Qui è stato sbarrato l'accesso allo svincolo in direzione Piscinola, essenziale per dribblare il traffico e collegarsi a zona ospedaliera e aeroporto di Capodichino. è inagibile per l'erosione della banchina, dovuta alla rottura del collettore fognario della zona. Lo svincolo non riapre perché non si sa chi deve intervenire. La Circumvallazione esterna è in gestione alla Provincia, la rampa è del Comune di Napoli, il collettore è della Regione. Paralisi. Sono sempre storie del genere a far marcire le strade della periferia settentrionale. L'ex statale 162 Dir, per esempio. E' la strada che parte da corso Malta, attraversa i centri del Vesuviano e si spegne ad Acerra, dove poi incontra l'Asse Mediano. Se il maltempo apre una buca lì, il primo problema è capire a chi tocca passare l'asfalto. Prima dell'imbocco, dopo i caselli della tangenziale al corso Malta, la competenza è del Comune di Napoli; dal chilometro 0 al chilometro 2 e 230 tocca alla Provincia, ma dal 2 e 230 fino al 3 e 358 la palla torna a Palazzo San Giacomo perché la carreggiata attraversa il quartiere di Ponticelli, per poi restituire la gestione all'amministrazione provinciale dal km 3 e 358 in avanti.
Eppure sono le strade su cui persino il ministro Giuliano Amato ha speso più volte una parola. L'intervento di illuminazione sull'Asse Mediano è stato inserito fra le misure da prendere nell'ambito del pacchetto sicurezza. Una strada che tra il km 20 e il 24, da Afragola a Grumo Nevano, diventa un circuito di curve e chicane. Il limite di velocità è fissato a 70 orari; scende a 50 in caso di pioggia. Con dossi e avvallamenti: in moto si balla. è costruita in viadotto, eppure non è un rettilineo. Gira di qua e di là. Misteri degli anni Novanta. E' fra i suoi 800 giunti che si scavano le buche più profonde, in caso di pioggia. Le fogne si intasano, l'acqua marcisce, i detriti scavano. La Provincia fa quel che può. Il fondo a sua disposizione per la gestione delle strade di propria competenza è sempre lo stesso dal 2001 a oggi. Sei milioni di euro per 750 chilometri. Non solo hinterland. Pure la costiera sorrentina. Pure Ischia. Sono strade su cui spesso bisogna arrendersi. Come ha fatto il Comune di Castello di Cisterna, che ha chiuso alla circolazione i 5 chilometri di svincolo dalla 162 Direzionale fino al centro industriale. O come succede dopo il km 33 dell'Asse Mediano, l'ultimo sotto la giurisdizione della Provincia, il primo di collegamento alle realtà industriali di Pomigliano. La gestione, da lì in avanti, passa al locale consorzio Asi: asfalto malmesso, buche, segnaletica carente. Figurarsi i controlli. I vigili urbani di Casandrino sono i soli in zona ad avvalersi della facoltà concessa dalla Provincia ai Comuni di sistemare delle pattuglie. Più trasversali, invece, gli interventi dei ladri. Hanno portato via 120 "visual", le grandi frecce bianche e nere che stanno in curva, e persino 6 pannelli per la segnalazione del controllo elettronico. Furti denunciati a Nola. E' l'alluminio che fa gola. Vanno a venderlo. L'alternativa è montare segnali stradali in ferro. Però durano meno e bisognerebbe cambiarli ogni due anni. Più il tempo che serve per capire chi deve farlo.
Repubblica Napoli, 4 ottobre 2007
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